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Il castagno
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Leggende e Fiabe

Leggenda del Lupo, del Pecoraio e del Castagno della Madonna (M. Amiata)

... il castagno della Madonna è... su... verso la Montagna.


"Raccontano i vecchi che un povero pastorello, trovandosi solo con le pecore per quelle alture, udì l'urlo di un lupo affamato.
Impallidire, sentirsi diacciare il sangue nelle vene, pensare che via di salvezza non c'era, vedersi già azzannato e sbranato dalla bestia inferocita e raccomandar l'anima a Dio, fu cosa di un istante per il pastorello.
Chiamò a raccolta, con lo zufolo, il gregge e, così tremante e pregante, si raccolse con le miti bestiole al tronco di un grosso castagno, che aveva già copia di fronde.
L'urlo si avvicinava, e il lupo non tardò a comparire, con un balzo, da un greppo: aveva sentito chi sa di dove l'odore della carne e, con l'istinto del fiuto, era in pochi salti venuto al luogo ove poteva sfamare la fame vorace.
Quando fu in vista del pastore e del gregge, sostò un momento, anelante, con le fauci spalancate, la lingua fuori, gli occhi gialligni e lucenti, come per sincerarsi della bella preda che gli si offriva senza contrasto; e, con un nuovo urlo famelico fece l'atto di spiccare un altro salto: era la morte sicura per il pastorello e le pecore.
In quel mentre, però, che succede?
Tutti i rami frondosi del castagno improvvisamente si curvano fino a toccare la terra e formano una cupola folta, nascondono e proteggono il piccolo pastore e le pecore.
Il lupo urla più che mai famelico e inferocito, e si aggira spaventosamente intorno alla cupola misteriosa che gli impedisce di sbramar la fame.
Dà l'assalto, ma le sue zampe non possono aprire il varco nell'intrico denso di rami e foglie: morde, strappa, ma la sua rapina si annienta contro il prodigio del cielo.
Infine, stremato di forze, estenuato dalla vana rabbia e più dalla real fame, si allontana.
Allora i rami del castagno si rialzano, tornano come prima; e il pastorello e il gregge, sani e salvi, possono riprendere il sentiero della discesa per ritornare alla capanna e all'ovile."
Da G. Galletti, nel Monte Amiata. Saggio di letteratura popolare.

 
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Aggiornato il 3 Gennaio 2001