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FIRENZE

Luoghi:
- breve descrizione dell'Oratorio Santa Caterina delle Ruote all'Antella - Bagno a Ripoli
nell'anteprima a
"L'Oratorio di Santa Caterina all'Antella e i suoi pittori" nell'ambito del progetto "La città degli Uffizi"

Interno Oratorio
© www.zoomedia.it - vanna innocenti - 2009
Interno dell'Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, all'Antella, allestito con le opere dei pittori che vi lavorarono. Le storie sulle pareti eseguite "a fresco", narrano la vita di Santa Caterina d'Alessandria con scene ispirate dal racconto sulla vita della Santa del frate domenicano Jacopo da Varazze (Jacopo o Giacomo da Varagine o Varazze, 1228 – 1298), raccolto nella "Legenda Sanctorum" o "Legenda Aurea" (titolo del libro in volgare, una versione che ebbe grande diffusione).
Nell'immagine, a destra, nella scarsella, si notano gli affreschi più antichi eseguiti nell'Oratorio (si suppone negli anni '360- '370) dal Maestro di Barberino, noto e molto attivo in quel periodo in Toscana che lavorò quì, probabilmente in collaborazione con Pietro Nelli, (1374 1419 artista fiorentino); a loro si devono le quattro rappresentazioni della "passione " della Santa: disputa e conversione dei filosofi (di Pietro Nelli); incontro con l'imperatore Massenzio; rifiuto di Caterina di abiurare la fede cristiana, flagellazione con le due ruote dentate e l'arrivo degli angeli che spezzano gli strumenti di tortura e la salvano (del Maestro di Barberino). Il completamento del ciclo pittorico, nell'arco, nelle pareti e nella volta della seconda campata dell'edificio fu commissionato successivamente a Spinello Aretino (Spinello di Luca, Arezzo 1346/48 - 1411).


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La chiave di volta dell'arco della lunetta della facciata è ancora ornata con lo
stemma degli Alberti (quattro catene tenute al centro da un anello), la potente
casata medievale (antenati di Leon Battista Alberti) che fecero costruire l'Oratorio
a Rimezzano (costruzione terminata nel 1354) e predisposero la sua decorazione
nella seconda metà del '300. Gli Alberti erano commercianti molto attivi e risiedevano
in Fiorenza, nell'area di via de' Benci e possedevano molti beni nel contado, soprattutto nel territorio tra l'Arno e il Torrente Ema, a Sud-Est di Firenze. Gli Alberti subirono poi l'esilio a
causa della congiura degli Albizzi.


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In esecuzione delle ultime volontà di Benedetto di Nerozzo Alberti, esule a Genova
nel luglio 1387, negli anni Novanta del '300, Spinello Aretino cominciò a creare i "quadri"
di un movimentato racconto della vita della principessa Caterina d'Alessandria; una
narrazione ricca di personaggi: imperatori e regine, dignitari e soldati, martiri e
carnefici, che, oggi, appassiona per la sua storia e per la bellezza espressiva. Le sue
scene sono: la conversione, lo sposalizio con Gesù, i dignitari di corte che visitano
Caterina prigioniera (nell'immagine), Caterina condotta dalla prigione al martirio,
"Sepoltura della Santa" sul Monte Sinai.

Alcune annotazioni storiche di periodi successivi
- alla famiglia Alberti, in esilio, vengono confiscati i beni.
- nel 1568, nella visita dell'arcivescovo Altoviti, gli affreschi risultano in stato di degrado.
- nel 1620 il rettore Francesco Venturi fece aprire una porta al di sotto della figura di sant'Antonio Abate, documentata dall'iscrizione nell'architrave.
- vengono imbiancati gli affreschi nella scarsella
- progressivo degrado nella conservazione dell'oratorio
- nel 1781 parziale riparazione della copertura
- cinquant'anni dopo presenta pericolo di imminente rovina.
- estate 1834 - estate 1835 furono eseguiti lavori con l'approvazione granducale del progetto.
-1858 l'oratorio di santa Caterina passò al padre di Giuseppe Poggi, architetto e urbanista di Firenze Capitale.
- subito dopo l'Unità d'Italia, il sindaco di Bagno a Ripoli chiese al prefetto di Firenze che la cappella fosse ceduta al Comune "onde provvedere alla conservazione delle pitture".
- 1892 l' architetto Poggi cede la proprietà ad un salumiere romano.
- 1925 il quotidiano "La Nazione" fa sapere delle "condizioni disastrose" degli affreschi e dell'uso ad adibire la cappella a pollaio e a deposito di fieno.
- 30 aprile 1930, testamento olografo del fu ing. Giuseppe Pedriali comprende l'Oratorio fra i beni della fattoria dell'Antella che passeranno alla beneficiaria Provincia di Forlì (le idee politiche l'ing. Pedriali vollero che i suoi cospicui possedimenti nella zona andassero, alla sua morte, alla terra natale di Mussolini)
- 7 settembre 1948 la Provincia di Forlì accoglie il lascito.
- 1988 il Comune di Bagno a Ripoli acquisisce l'oratorio
- 1996-1998 restauro delle strutture lignee del tetto, consolidamento delle mura e delle volte, restauro degli affreschi con ripulitura e consolidamento dell'intonaco. Ripristino e restauro delle pitture precedentemente coperte da stuccature e di quelle ritrovate.


L 'Oratorio di Santa Caterina è documentato nei fondi dell' Archivio di Stato di Firenze dove, tra l'altro, si trova rappresentato nelle cinquecentesche "Piante di popoli e strade" dei "Capitani di Parte Guelfa" sia nella mappa del Popolo di San Piero a Ema che nella mappa del Popolo di Santa Maria all'Antella.

Attualmente si raggiunge in Via del Carota, in località Rimezzano, Antella, nel Comune di Bagno a Ripoli (Firenze) arrivando a Ponte a Ema dalla Strada Chiantigiana e via dell'Antella o, arrivando da Bagno a Ripoli da via di Ritortoli.

Nell'immagine si vede l'interno della nicchia di destra dell'abside, ad ante aperte, che, sul fondo lascia spazio ad un piccolo canale dove scorre la catena e la corda da azionare per far suonare la campana esterna


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La facciata con la tettoia e la lunetta che accoglieva
l'affresco di Spinello Aretino " Madonna col Bambino e due angeli". L'affresco con la sua ormai rarefatta decorazione e la relativa sinopia, ancora ben leggibile, furono staccati dalla lunetta nel 1972; dopo l'iniziativa "La città degli Uffizi" rimarranno definitivamente nell'Oratorio.

La mostra "L'Oratorio di Santa Caterina all'Antella e i suoi pittori" prosegue fino al 31 dicembre 2009


 

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Pagina pubblicata il 29-09-2009 - Aggiornato il 15-Lug-2016