Mostre a Firenze: I MEDICI
E LE SCIENZE
Strumenti e macchine nelle collezioni
granducali
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Cosimo
I all’indomani della vittoria della guerra di Siena
(1554-57), l’evento militare che portò i Medici a governare
su un territorio pari all’attuale Toscana, fondando le premesse
per la nascita del Granducato, iniziò l'attribuzione di un ruolo
simbolico agli strumenti
matematici nella celebrazione del potere politico e territoriale.
Gli strumenti erano il
segno di un cambiamento culturale nel modo di concepire la guerra,
non più intesa come
arte cavalleresca ma come scienza matematica. A quegli strumenti
Cosimo dedicò una
stanza in Palazzo
Vecchio, la Sala
delle Carte Geografiche, dove
celebrò anche
il proprio nome, giocando con il greco “Kosmos”, attraverso
una dettagliata rappresentazione cartografica del cielo e della Terra.
L’impegno
del Granduca nel promuovere l’insegnamento delle
matematiche favorì un fecondo connubio tra arte e scienza,
che si concluse istituzionalmente nell’attività dell’Accademia
delle Arti del Disegno.
La fondazione dell’Ordine dei Cavalieri
di Santo Stefano portò al potenziamento della flotta medicea
con conseguente sviluppo degli interessi tecnico-scientifici
nel campo della navigazione,
della cartografia e degli strumenti nautici. L’istituzione
della carica di “cosmografo granducale”, inizialmente
affidata al domenicano Egnazio Danti, consentì inoltre
al Granduca di contribuire ai progetti della Chiesa per la riforma
del calendario, trasformando
la chiesa di Santa Maria Novella in una sorta di osservatorio
astronomico.
Gli strumenti costruiti dal Danti per osservare gli equinozi
e i solstizi sono tuttora visibili sulla facciata della chiesa.
Meno
votato del padre alle scienze matematiche, ma fortemente attratto
dall’alchimia e dalle scienze naturali, Francesco I fece
costruire a Palazzo Vecchio una sorta di sacello che tuttora
rappresenta il suo più vivido
ritratto intellettuale. Il cosiddetto “studiolo” raccoglieva
opere d’arte, oggetti naturalistici e alcuni dei più significativi
prodotti della Fonderia medicea dove il Granduca si applicava
personalmente alla produzione di oggetti in vetro e ceramica.
A lui si deve la fondazione
della Galleria degli Uffizi, inizialmente pensata come luogo
di raccolta dei capolavori d’arte antichi e moderni ma
poi divenuta anche il ‘tempio’ delle
scienze.
A celebrare le scienze in Galleria fu Ferdinando I, che
trasformò la
Tribuna del Buontalenti in una Torre dei Venti, e fece allestire
due stanze a contenuto scientifico, una dedicata alla Cosmografia,
l’altra all’Architettura
militare. In queste stanze trovarono posto gli strumenti già raccolti
da Cosimo a Palazzo Vecchio, altri strumenti acquistati a Roma
dallo stesso Ferdinando o fatti specificamente costruire per
quel nuovo allestimento
e ancora: portolani, carte geografiche, libri, modelli di macchine,
tutti oggetti che restano documentati nella ricca
decorazione a grottesche
del cosiddetto “Stanzino delle Matematiche”.
La celebrazione ‘cosmografica’ dei
Medici conobbe un momento di rinnovato vigore con le scoperte
astronomiche di Galileo. Ai suoi protettori
lo scienziato pisano dedicò i quattro satelliti scoperti
intorno a Giove, chiamandoli “medicea sidera”, ovvero “stelle
medicee”. La collezione medicea si arricchì di nuovi
strumenti galileiani, come il cannocchiale e il compasso geometrico
e militare che
nel 1606 Galileo aveva dedicato al giovane principe Cosimo de’ Medici.
Le nuove scoperte astronomiche sembrarono offrire una soluzione
anche al vitale problema del calcolo della longitudine che, se
risolto, avrebbe
confermato il prestigio politico e militare dei Medici anche
tra le potenze marinare. A testimonianza dell’interesse
dei Medici per i problemi della navigazione resta un nutrito
gruppo di strumenti nautici lasciati
alla collezione granducale dall’ammiraglio inglese Sir
Robert Dudley, il cui ponderoso trattato Dell’arcano del
mare, dedicato a Ferdinando II, è tra i contributi scientifici
di maggior rilevanza per l’arte
della navigazione.
Sensibile ai problemi della ricerca scientifica,
Ferdinando II fu protettore di Galileo e di altri importanti
scienziati. Insieme
al
fratello Leopoldo
fondò nel 1657 la prima società europea a carattere
scientifico, l’Accademia del Cimento, con lo scopo di promuovere
la diffusione del metodo sperimentale galileiano. Nelle riunioni
dell’Accademia,
che si tenevano a Palazzo Pitti, si facevano soprattutto esperimenti
di termometria, barometria e pneumatica, servendosi di speciali
apparecchi di vetro appositamente costruiti che andarono ad arricchire
la collezione
scientifica granducale.
Tra gli ultimi Medici spicca sostanzialmente
il nome di Cosimo III, che ebbe al suo fianco il
matematico Vincenzo Viviani, discepolo
di Galileo
e promotore di un processo di glorificazione dello scienziato
pisano destinato a durare fino a tutto il XIX secolo. Le tappe
di questa
glorificazione si snodano tra la dimensione privata (i cartigli
celebrativi
con il
ritratto di Galileo che Viviani fece collocare sulla facciata
della propria abitazione
in via Sant’Antonino), la dimensione cortigiana (la Stanza
della Meridiana di Palazzo Pitti, dove Galileo è ritratto
insieme a Vespucci nella celebrazione allegorica della scoperta
di nuovi mondi celesti e terrestri),
e la dimensione pubblica rappresentata dal sepolcro dello scienziato
in Santa Croce, fortemente voluto dal Viviani ma costruito solo
dopo la sua
morte, nel 1737.
Ultima tappa di questa glorificazione, ormai
in età lorenese,
fu la Tribuna di Galileo, costruita nel 1841 presso il Museo
di Fisica e Storia Naturale, l’istituzione pubblica che
dal 1775 ospitava l’intera
collezione scientifica dei Medici già conservata nella
Galleria degli Uffizi.
I MEDICI E LE SCIENZE
Strumenti e macchine nelle collezioni granducali
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Palazzo Pitti, 15 maggio 2008 - 11 gennaio 2009
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