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Firenze

Al primo piano degli Uffizi

"Fece di scoltura di legname e colorì"
La scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze
Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi - 22 marzo – 28 agosto 2016
Presentazione di Eike D. Schmidt.


©www.zoomedia.it vanna innocenti 21 marzo 2016
Nell'immagine, il famoso Crocifisso intagliato e dipinto da Donatello tra il 1407-1408, proveniente dalla Cappella di San Lodovico nel transetto settentrionale di Santa Croce.


©www.zoomedia.it vanna innocenti 21 marzo 2016
Nell'immagine la Maddalena penitente, legno intagliato e dipinto, stucco e sughero degli anni 1458-1459.

È Allestita al primo piano della Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi la mostra dedicata alla scultura in legno dipinto del Quattrocento fiorentino. Il tema, noto perlopiù agli addetti ai lavori, è proposto per la prima volta al pubblico e illustra opere di grande valore artistico.
L'argomento è trattato attraverso un nucleo di circa cinquanta bellissime opere.

A partire dalla ricognizione di Margrit Lisner sui crocifissi lignei fiorentini, dagli studi di Alessandro Parronchi sulla scultura in legno dipinto e dalle osservazioni sulle tecnica di scultura su questo materiale fatte dalla Strom nel secolo scorso, si sono sviluppate negli anni successivi maggiori e più approfondite conoscenze, ora confluite e illustrate in "Fece di scoltura e di legname e colorì" ideata da Antonio Natali con il curatore, il professor Alfredo Bellandi. Mostra in cui vengono riannodate e rese più chiare alcune trame sconosciute sul tema.
Queste sculture, in linea con la scultura nel Quattrocento e con il tema del corpo sofferente sulla croce (modellato con nuovo naturalismo nei crocifissi di Donatello e Brunelleschi), furono oggetto di riferimento per l'attività delle generazioni successive di artisti.

Pur essendo rilevante la produzione dei crocifissi si evidenziano in mostra anche le madonne, le sante e i santi eremiti dai corpi devastati dal dolore, busti-ritratto, statue al centro di polittici misti e statue per l’arredo liturgico.
Donatello e Brunelleschi, presumibilmente, oltre che modellare le loro opere le dipingevano, poiché la policromia costituiva, insieme all'intaglio, un elemento essenziale per il raggiungimento di quel naturalismo integrale che perseguivano nelle loro opere. Tra le loro opere i superbi Crocifissi di Santa Croce e Santa Maria Novella.
Altri e numerosi scultori per dipingere le loro opere si rivolgevano ai pittori.
Neri di Bicci (figlio di Bicci e nipote di Lorenzo), che aveva a Firenze una avviata bottega in via Porta Rossa, fu uno tra i pittori più richiesti per lo scopo: dipinse busti intagliati da Desiderio da Settignano e crocifissi di Benedetto da Maiano; con un monaco-scultore, don Romualdo da Candeli, il pittore collaborò strettamente come risulta dalle sue descrizioni nel suo diario le ‘Ricordanze’; la loro collaborazione è attestata in mostra da importanti opere come la Maddalena orante dal Museo della Collegiata di Sant'Andrea a Empoli, o il Crocifisso di Palazzo Medici Riccardi.


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Nell'immagine si vede un particolare della bella Maddalena penitente intagliata da Desiderio da Settignano e completata da Giovanni d'Andrea per la basilica di Santa Trinita. La ‘Maddalena’, in virtù di quella eseguita da Donatello (Museo dell'Opera del Duomo, Firenze), costituì uno dei temi prediletti dagli scultori, come attesta in mostra questa Maddalena (esempio di opera polimaterica come quella di Donatello e quella di Francesco da Sangallo del Museo diocesano di Santo Stefano al Ponte).


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Nell'immagine le ‘Ricordanze’ di Neri di Bicci, il diario con le annotazioni
dell'attività produttiva registrata dallo stesso artista dal 1453 al 1475 da cui risultano anche le collaborazioni con altri artisti.


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Nell'immagine si vede un particolare della tavola Madonna in adorazione del Bambino detta Madonna Alberti dipinta tra il 1460 e il 1470 prestata dal Musée des Beaux-Arts di Digione .
L'opera, un rilievo destinato alla devozione privata, è un esempio
dell'interazione tra botteghe pittoriche e scultoree nella Firenze del Quattrocento. Ne sono autori lo scultore Desiderio da Settignano con il fratello scalpellino, Geri da Settignano e il pittore Neri di Bicci.


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Di spalle nell'immagine si vede un'altra
varietà di realizzazione nella tipologia della scultura lignea, si tratta del busto reliquario prestato dal Musée du Louvre di Parigi, di Santa Costanza detta La Belle Florentine del 1450-1470 circa, realizzato nella cerchia di Desiderio da Settignano in fibre vegetali e legno intagliato, dipinto e dorato.


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In stretta collaborazione tra Botteghe e tra pittori e scultori si potevano realizzare polittici misti: grandi altari con al centro una statua in legno e pannelli laterali dipinti. Ne risultavano bellissime e scenografiche composizioni, che risaltavano nello spazio liturgico.
Ne è esempio il polittico misto dell'immagine, proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze, lavoro del pittore Raffaellino del Garbo e di un intagliatore vicino a Domenico del Tasso. Sono presenti in "Fece di scoltura di legname e colorì" anche il Sant'Antonio Abate (Museo Nazionale di Villa Guinigi, Lucca) e il Tabernacolo di San Sebastiano dalla Chiesa di S. Ambrogio.
Il Sant'Antonio Abate opera di Benedetto da Maiano, era parte centrale dello smembrato polittico Bernardi e originariamente era affiancato da due tavole di Filippino Lippi raffiguranti ciascuna due Santi (oggi al Norton Simon Museum di Pasadena).


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Nell'immagine il Tabernacolo di San Sebastiano intagliato in legno di tiglio da Leonardo del Tasso, probabilmente con la collaborazione del padre Chimenti del Tasso, negli anni 1497-1500 circa e dipinto da Filippino Lippi e bottega nel 1500 e proveniente dalla chiesa di Sant’Ambrogio di Firenze, eseguito allora per la tomba di famiglia.


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Particolare con l'Annunciazione del Tabernacolo di San Sebastiano dipinta da Filippino Lippi circa nel 1500 e proveniente dalla chiesa di Sant’Ambrogio di Firenze.


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Nell'immagine il San Sebastiano in legno di tiglio intagliato e dipinto nel 1506 da Baccio da Montelupo per i servi di Maria della badia di San Godenzo.


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Nell'immagine il Crocifisso del 1490 circa in legno intagliato e dipinto da Benedetto da Maiano e in prestito alla mostra dai Musei Civici di San Gimignano.
La mostra illustra inoltre come nell’ultimo quarto del Quattrocento alcune grandi botteghe a conduzione familiare, sollecitate dalle richieste del mercato artistico, si specializzarono nella realizzazione di crocifissi e non solo per le chiese, bensì anche per la devozione privata e conventuale. Tale produzione fu predominante tra gli esponenti della più alta tradizione dell’intaglio ligneo fiorentino: i fratelli Giuliano e Benedetto da Maiano, i Sangallo (Giuliano, Antonio il Vecchio e Francesco), i Del Tasso (Francesco e Leonardo) e Baccio da Montelupo. In mostra si segnala in particolare, con quello del Museo Civico di San Gimignano, la qualità del Crocifisso della SS. Annunziata di Firenze di Giuliano da Sangallo, e l'esemplare del Convento di San Marco di Baccio da Montelupo, già appartenuto a Savonarola.
Il Tondo Doni, parte dell'itinerario della mostra, è uno fra i più famosi episodi di collaborazione tra un pittore, Michelangelo, e un esponente della tradizione dell'intaglio ligneo fiorentino, Francesco del Tasso; questi eseguì la cornice con grottesche, fantasiosi racemi e protomi umane, quasi sicuramente su disegno dello stesso Michelangelo.


Nell'immagine si vede il San Rocco della Santissima Annunziata di Veit Stoss, un apprezzato scultore d’oltralpe la cui opera fu descritta dal Vasari come «miracolo di legno (…) senza alcuna coperta di colore».
La scultura lignea nel pensiero cinquecentesco era infatti apprezzata per il materiale e non più per la policromia che lo ricopriva nel secolo precedente.

Il percorso della mostra sulla scultura in legno dipinto tiene conto anche delle presenze ‘straniere’ a Firenze. Nel 1457 è documentato in città lo scultore Giovanni Teutonico, un artista itinerante (autore in città di alcuni lavori tra i quali il Crocifisso, in mostra, della chiesa di Sant’Jacopo Soprarno), che veicolò esperienze d’oltralpe in Italia e diede espressione del dramma umano diversa da quella donatelliana.

 

©www.zoomedia.it vanna innocenti 21 marzo 2016


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La mostra, come il catalogo edito da Giunti, è curata da Alfredo Bellandi ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi, la Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi e Firenze Musei. Nell'immagine si vede, nel corridoio di Ponente della Galleria delle Statue e delle Pitture dinanzi al Laocoonte di Baccio Bandinelli, un momento della conferenza stampa della mostra con, da sinistra, il curatore Alfredo Bellandi, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt e la coordinatrice scientifica e organizzativa Daniela Parenti.


"Fece di scoltura di legname e colorì"
La scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze
Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi - 22 marzo – 28 agosto 2016
Presentazione di Eike D. Schmidt.

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Pagina pubblicata il aprile - 2016 - Aggiornato il 21-Ott-2016