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Le cave sui monti di Firenzuola

Museo della Pietra Serena

Il Museo storico della pietra di Firenzuola si innesta su un più ampio progetto denominato "Sistema museale territoriale", promosso dalla Comunità Montana del Mugello-Alto Mugello-Val di Sieve, in collaborazione con i Comuni, la Regione Toscana e la CEE.
L'organizzazione dei punti museali è affidata ad ogni singolo Comune del territorio che aderisce all'iniziativa.
La fruizione di questo sistema informativo da intendersi come "Museo diffuso" e concepito per ottimizzare l'utilizzazione delle risorse, si realizza secondo un modello di rete, i cui nodi sono costituiti dai vari centri di documentazione.
L'attivazione del progetto è distinta in due fasi:

1) Allestimento del museo nei locali del Palazzo Comunale (La Rocca).

Il Museo della Pietra Serena di Firenzuola fa parte del sistema demo-etno-antropologico e rimanda a itinerari specializzati tra luoghi di lavoro e manufatti di pietra.


I locali museali, posti al seminterrato della Rocca del Palazzo Comunale (costruiti alla fine del 1400 nella fortificazione di Firenzuola ad opera di Antonio da Sangallo) sono già di per sè "museo" e presentano significative testimonianze della storia di Firenzuola.

2) Recupero della cava in località Bagnatoio.
Nella cava, dove sono quasi terminate le indagini geologico-tecniche per la stabilità e la sicurezza, verranno allestiti percorsi iconografici e descrittivi dell'attività estrattiva, accompagnati da schede informative sulle caratteristiche fisiche della roccia, l'evoluzione geomorfologica dell'area, con testimonianze fotografiche e didascalie che delineeranno itinerari didattici.

La Pietra Serena

a cura di: Arch. Giorgio Carli

E' dal 1332, anno della fondazione di Firenzuola, che la pietra fa da protagonista sullo sfondo firenzuolino...

...Sia per la grana che per il colore; la Pietra di Firenzuola assomiglia alla pietra serena impiegata dal Brunelleschi, Michelangelo e dal Vasari estratta da affioramenti del macigno nei colli fiesolani. E' il Rinascimento il secolo d'oro per l'uso della pietra serena.

...La Pietra di Firenzuola ha trovato impiego in loco fin dall'antichità sia come pietra da costruzione tagliata in conci, sia per le coperture. Dati precisi sull'impiego del materiale come pietra da costruzione si hanno a partire dal XV secolo, data alla quale risalgono i tratti di mura dalla parte a Nord e Sud del centro. Inoltre si ritrovano varie incisioni risalenti al XVII secolo in alcune cave vicino al paese. L'attività estrattiva è rimasta sporadica fino agli anni 1950-60, epoca alla quale risale la prima opera contemporanea importante nella quale è stato fatto un largo impiego della Pietra serena di Firenzuola: il cimitero di guerra tedesco del Passo della Futa.

...Da allora la produzione della pietra ha avuto uno sviluppo sempre più intenso passando da 5.000 mc/anno del 1965 a circa 50.000 mc/anno attuali. L'aumento della produzione è stato certamente favorito dall'uso di macchinari e tecniche moderne di lavorazione sia nelle cave che nelle industrie nelle quali la pietra viene lavorata. Nondimeno, assieme ai complessi moderni coesistono ancora scalpellini che, lavorando la pietra con criteri tradizionali, eseguono preziosi pezzi ornamentali...

...Il mestiere dello scalpellino, tramandato di padre in figlio, ha lasciato una testimoninaza negli anni. La scultura ha sempre conservato la fase artigianale modificando poco gli antichi procedimenti. Caratteristica propria di Firenzuola è stata l'istituzione di un corso professionale per scalpellini, negli anni 1980-85, che ha dato un collegamento con fatti culturali che superano i confini locali. Ecco la necessità e l'occasione di dare vita ad un museo per raccogliere dati e documenti. Uno strumento vivo fornito ai cittadini per la verifica storica. La comunità avrà così il possesso della realtà circostante, potrà ottenere una crescita di civiltà e cultura che la porti ad essere protagonista. Allora se è vero, come scrive Carlo Levi, che "le parole sono pietre", è altrettanto vero che le "pietre sono parole".

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E-mail: zoomedia - 30 dicembre 1999 - Aggiornato il 15-Lug-2002

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