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Sommario del n° 17/2003:
Letture

Sergio Zavoli

Sergio Zavoli nella cerimonia del 4 ottobre 2003 a Marradi
© www.zoomedia.it (v.i 2003)
Sergio Zavoli dopo il conferimento ufficiale della cittadinanza onoraria di Marradi, accanto il sindaco Graziano Fabbri, il 4 ottobre 2003

Di seguito una parte del suo racconto nel viaggio della memoria alla ricerca della poesia.

" Accingendomi a partire per Marradi sapevo già i limiti del mio lavoro. Avrei raccolto testimonianze nel luogo dove il poeta nacque, visse l'infanzia, l'adolescenza e il tempo dei suoi ritorni dai molti viaggi che sempre preferì alla vita di paese, sui fianchi dell'Alpe tosco-romagnola.

La breve vita di Campana non ha lasciato molti ricordi e i pochi che hanno resistito all'usura del tempo e allo spegnersi dell'interese umano si appuntano soprattutto a quel lato della sua personalità che la rovinosa malattia aveva reso singolare, grottesco e pauroso insieme, tale comunque da poter colpire l'onesta, semplice fantasia della gente.

Giunto a Marradi, alla domanda se vi fosse ancora qualcuno che potesse parlarmi di Campana, mi fu detto, quasi per discolparlo, che era "un matto e basta!". E liquidata così da più parti la sua memoria, invano tentavo di far luce nella mente dei paesani, stimolando ricordi che non fossere ancorati soltanto alle mattane di quel giovane senza arte ne parte, cioè di un matto e basta.

Poi, come spesso succede, trovai le fila di un più proficuo discorso, ma piegando il puntiglio professionale alla confidenza che mi guadagnavo in trattoria, al caffè, in Comune, ovunque trovassi da passare in chiacchiere il poco tempo a disposizione.

Raccoglievo brandelli di notizie dopo una partita a biliardo, una discussione politica o una disputa sui problemi civici; ma quando, con la distrazione che potevo permettermi, e avendo l'aria di voler disporre i miei amici a un gioco, esibivo il taccuino d'appunti, esso rivelava di colpo le mie origini forestiere e ciascuno perdeva quel po' di memoria attraverso la quale mi ero affannato a rischiarare i lontani giorni del "loro" poeta.

Ciò che leggerete è dunque il frutto di tre sentimenti che la mia presenza aveva suscitato a Marradi: lo stupore di ricevere conferma del pubblico interesse per Dino Campana; la difficoltà di conciliare l'estimazione di oggi con il ricordo del passato discredito; la paura, infine, di non sapere degnamente ricordare il concittadino se non scusandosi d'averlo creduto niente più di un pazzoide.
E tanto si scusarono che fecero a gara nel dar prove di quella , adesso, onorevole pazzia.

Ecco una cronaca di paese, attraversata qua e là da dubbi, reticenze, contraddizioni e qualche affettuoso abbandono. Va comunque riconosciuto ai più semplici fra i miei intervistati il merito d'essersi disposti a raccontare nell'augurabile interesse di chi legge, non sempre nel loro.

Presi la strada che da Faenza porta all'Appennino e, passata Brisighella, feci sosta a Popolano, quattro o cinque chilomentri prima di Marradi..."

Dal capitolo dedicato a Dino Campana nei "I giorni della meraviglia" di Sergio Zavoli ed. Marsilio 1994.

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Pubblicazione registrata al Tribunale di Firenze n. 5264 del 15-04-2003
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