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Castagno d'Andrea - Luogo natale di
Andrea del Castagno


Valle dell'Appennino Centro-Settentrionale a 725 m sul livello del mare, si arriva percorrendo la strada statale 67 Tosco Romagnola, a 7 Km da S. Godenzo.
Porta d'accesso al Parco Nazionale del Monte Falterona, Campigna e Foreste Casentinesi

E' località di villeggiatura tra le più interessanti: posta nell'Appennino Centro-Settentrionale è base per escursioni ai monti: Falterona (1654 m), Falco e Acuto (1658) dove nei giorni limpidi si osserva un paesaggio unico: dal Mar Adriatico al Mar Tirreno.
E' un paese ricco d'acqua e nella storia si sono contate molte frane sul Falterona, a cominciare, così è narrato, da quella che costrinse il piccolo Andrea (detto del Castagno) ad emigrare a Corella.

Nel 1832 Giuseppe Micali, storico e archeologo scrisse: "la prima e forse l'originaria sede degli Etruschi conviene ricercarla (...) nelle alture che dalla Falterona piegano, per una continua catena, alle valli del Mugello".
Certamente questa montagna fu un luogo abitato dagli Etruschi fin dal principio della storia documentata: dietro Capo d'Arno, in luogo detto Lago degli Idoli, nel 1838 fu ritrovato il più grande deposito di bronzetti votivi dell'Etruria, i reperti testimoniano la presenza della civiltà Etrusca sin dal VII secolo avanti Cristo.
La via etrusco romana che univa Mugello, Casentino e Romagna ha visto nei secoli il passaggio di condottieri e romiti.

VI secolo: Ilario, compagno di Gaudenzio, trovò rifugio di preghiera nelle forre del Monte Ripalta.

X sec.: i Conti Guidi vi stabilirono la corte e la rocca del Castagno.

Dopo il raduno del 8 giugno del 1302 degli esuli fiorentini (Guelfi Bianchi) nell'Abbazia di S. Godenzo, Dante camminò nel Falterona e a Capo d'Arno scrisse due lettere per invocare la libertà, trovando ispirazione nelle selve del Massiccio.
Il 15 Maggio 1335 una frana gigantesca travolse il Castagno, sotto scomparve anche la fortezza imperiale dove si era rifugiato Dante.
In seguito i castanini, non potendo più pagare tributi, si ribellarono alla dominazione dei Conti Guidi.
Nel 1366 venne loro in aiuto Firenze che comprò i terreni dai Guidi e concesse la libertà e il potere di legiferare agli abitanti "perché il Comune di Castagno si governi pacificamente e si amministri secondo la giustizia" .
Gli Statuti del 1444 del Contado Appenninico, con aggiunte fino al 1590, conservati all'Archivio di Stato di Firenze, sono ancora oggi un bell'esempio di legislazione

Nei secoli l'economia del territorio fu di tipo agricolo, legato alla pastorizia e alla lavorazione del legname, di cui erano ricche le abetine, destinato all'Opera del Duomo di Firenze.
La vita locale, salvo terremoti, smottamenti e carestie proseguiva abbastanza tranquilla.

1796-1798: il Granduca Ferdinndo III abolì il Comune e lo unì a quello di San Godenzo.

In seguito il paese è stato più volte completamente distrutto e ricostruito: nel 1919 a causa del terremoto, nel 1944 dai soldati tedeschi nella II Guerra Mondiale.

1957: solenni celebrazioni del V centenario della morte di Andrea del Castagno; da allora il paese divenne "Castagno d'Andrea".

Nella Chiesa di S. Martino, è conservato un affresco eseguito da Pietro Annigoni, donato al paese di Castagno, in occasione delle celebrazioni.

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Aggiornato il 01 luglio 1998