COLTELLI E PUGNALI
DEL BARGELLO
Esposti nel Palazzo dei Vicari a Scarperia
28 Agosto - 13 Settembre 1998
(dal Catalogo della Mostra):
Il materiale esposto nella mostra, di proprietà del Museo Nazionale
del Bargello, appartiene ad un periodo che va dal XIII al XVII secolo (quindi
dal Medioevo a tutto il Rinascimento e oltre, fino al Seicento) e che risulta
eccezionalmente fecondo per la produzione artistica, anche nel campo delle
così dette "arti minori", ed estremamente importante nell'evoluzione
sia della coltelleria che dell'armamento.
Gli esemplari esposti
La maggior parte dei coltelli e dei pugnali del Museo Nazionale del Bargello
proviene dai lasciti Carrand e Ressman, avvenuti verso la fine dell'Ottocento
per disposizioni testamentarie di questi due importanti collezionisti; altri
erano già presenti nel museo o si sono aggiunti poi.
La scelta dei pezzi è stata effettuata col criterio di privilegiare
quelli giacenti nei depositi, sia per non sguarnire troppo le vetrine del museo
fiorentino, sia per utilizzare al massimo l'eccezionale opportunità di
presentare esemplari che normalmente non sono esposti al pubblico, ma che non
per questo risultano meno interessanti.
La particolare rarità della coltelleria del Medioevo e del Rinascimento
rende infatti importante ogni pezzo, poichè qualunque elemento può risultare
utile per tentare di comporre un quadro che è ben lungi dall'essere
completo.
Mentre le armi (e tra queste i pugnali) e le armature di tale periodo sono
da tempo oggetto di numerosi studi approfonditi, lo stesso non è ancora
avvenuto per i coltelli. Uno dei motivi di questa disparità è costituito
dalla notevole quantità delle armi presenti nei musei e nelle collezioni
private europee, che insieme all'iconografia dell'epoca ha fornito agli studiosi
molto materiale per ricerche e raffronti.
La coltelleria coeva è invece assai meno rappresentata, e solo pochi
musei ne possiedono delle collezioni. Il Bargello, tra i molti altri vanti,
ha per fortuna anche quello di ospitare un buon numero di questi pezzi, esposti
nella Sala Carrand, nella Sala degli Avori, nell'Armeria (dove si trovano anche
i pugnali), o conservati nei depositi.
Gli esemplari delle raccolte Carrand e Ressman si collocano in un orizzonte
internazionale, e non sono quindi automaticamente riconducibili all'ambiente
produttivo toscano o italiano, come la collocazione nel museo fiorentino potrebbe
indurre a credere.
Il coltello
e il pugnale
L'utensile e l'arma hanno accompagnato tutta la storia dell'uomo, avvalendosi
entrambi dei progressi della metallurgia per accrescere la propria efficacia.
L'evoluzione dalle lame in selce a quelle in bronzo, poi in ferro e in acciaio,
ha consentito una sempre maggiore specializzazione sia nelle armi che negli
utensili, senza tuttavia superare del tutto quell'ambivalenza di fondo insita
in ogni lama tagliente e appuntita.
Il periodo al quale si riferisce questa mostra è ricco di esemplari
fortemente specializzati, per la cui classificazione non possono sorgere dubbi.
Se mai è proprio tra i pezzi più antichi che si riscontra la
presenza, nell'armamento guerresco, di veri e propri coltelli, o comunque di
armi corte che da questi derivano ma che in pratica assolvevano la stessa funzione
dei pugnali.
Il pugnale, in quanto arma, era appannaggio dei militari e dei nobili, perciò poteva
avvalersi di una fabbricazione di alta qualità, spesso impreziosita
da lavorazioni artistiche e da decorazioni raffinate che ne facevano un articolo
molto costoso. Questi pregi hanno favorito la conservazione di esemplari in
raccolte private e in musei.
Il coltello era invece soprattutto lo strumento tuttofare dei contadini e
delle classi popolari cittadine: lo stesso oggetto serviva spesso per lavorare,
per mangiare e, all'occorrenza, per difendersi. Possiamo immaginare una produzione
quantitativamente consistente, ma di basso costo e quindi modesta o addirittura
rustica, tanto che purtroppo non è stata considerata degna di venire
conservata. Sono giunti fino a noi il coltelli dei signori, in particolare
quelli dei lussuosi apparati di caccia e i raffinati esemplari destinati alle
mense più importanti.