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MUSICA O flos colende

Musica sacra a Firenze - XI edizione
29 marzo - 8 settembre 2007 - Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Santa Maria del Fiore dalla finestra dell'Opera del Duomo

Tutti gli appuntamenti di O flos colende si svolgenno nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore ad ingresso gratuito

Il Programma dell'edizione 2007

Venerdì 13 aprile, ore 21.15
GEORG FRIEDRICH HAENDEL (1685-1759) Alexander’s Feast or ThePower of Musick
An Ode in Honour of St Cecilia

GEORG FRIEDRICH HAENDEL (1685-1759)
Alexander’s Feast or The Power of Musick
An Ode in Honour of St Cecilia
in due parti per soli, coro e orchestra
testo di John Dryden con interventi di Newburgh Hamilton
elaborazione di Wolfgang Amadeus Mozart K591

Laura Antonaz soprano
Iain Paton tenore
Luca Tittoto basso
Camerata Strumentale “Città di Prato”
Athestis Chorus Filippo Maria Bressan direttore

Negli anni sessanta e settanta del Settecento Firenze fu la città haendeliana d’Italia. Grandi capolavori del sassone come Alexander’s Feast, Messiahe Acis and Galatea (e probabilmente anche Judas Maccabaeus) ebbero nella capitale granducale la loro prima esecuzione italiana. L’esecuzione di Alexander’s Feast (composta nel 1736 ed eseguita al Covent Garden di Londra) il 21 aprile 1768 presso la Villa Palmieri (popolarmente conosciuta come “Villa de’ tre visi”), allora residenza fiorentina di Lord Cowper, fu addirittura la prima nel continente di uno dei grandi lavori inglesi di Haendel.

Il favore che la sua musica incontrò a Firenze fu alimentato in un primo momento dalla vivace comunità anglofona presente in città, in seguito dalla stessa corte di Pietro Leopoldo e dall’entourage culturale lorenese, capitanato dal marchese Pierre-Eugène-François de Ligniville, sovrintendente musicale del granduca. In ordine di tempo, tuttavia, pare che il primo a diffondere il verbo haendeliano fra le colline toscane sia stato Sir Horace Mann, che già nel 1742 si faceva spedire dall’Inghilterra ouvertures di Haendel, mentre nel 1762 richiedeva ancora ben dodici partiture di oratori haendeliani.

Ma per avere precise testimonianze inerenti pubbliche esecuzioni di partiture haendeliane con il relativo coinvolgimento della corte bisognerà attendere l’operato di George Nassau Clavering, conte Cowper, molto legato a Pietro Leopoldo. Le esecuzioni musicali avvenivano infatti presso la sua bella residenza, la citata Villa Palmieri, per essere successivamente riprese alla corte granducale. Sulla «Gazzetta Toscana» comparve il seguente commento alla prima esecuzione di Alexander’s Feast, il cui testo fu tradotto in italiano per l’occasione col titolo Il convito di Alessandro Magno: «Il genio della musica è stato sempre vario e sempre spiritoso, esprimendosi quasi tutte le passioni dell’uomo, poiché si passava ora dal maestoso all’allegro, ora dal flebile al tenero ecc.

Le arie sono state frequenti e rallegrate dai cori...».
Il successo dell’oratorio fu tale che a distanza di due giorni fu replicato a Palazzo Pitti su esplicita richiesta di Pietro Leopoldo. E a distanza di pochi mesi, nell’agosto del 1768, ebbe luogo sempre a Palazzo Pitti la prima italiana del Messiah. A Lord Cowper, come alfiere delle fortune haendeliane in terra toscana, successe Ligniville, che – venendo incontro ai gusti del granduca e nella consapevolezza del valore contrappuntistico della musica haendeliana – nel 1772 allestì nuove esecuzioni sia di Alexander’s Feast che del Messiah, proponendo anche in prima italiana la serenata Acis and Galatea. Tali composizioni piacevano molto a corte in quanto costellate di sapienti pagine corali che incontravano il favore incondizionato del granduca. Ed è singolare notare come a distanza di qualche anno sarebbe stato il medesimo ristretto repertorio a incontrare il gusto della corte di Vienna – tanto che vi fu eseguito Alexander’s Feast nella traduzione italiana approntata a Firenze – ancor prima che il barone Gottfried van Swieten ne promuovesse esecuzioni su larga scala. Com’è noto, fu soprattutto Wolfgang Amadeus Mozart a rielaborare quel medesimo manipolo di partiture “fiorentine” con la sola aggiunta della Ode for St Cecilia’s Day. La portata dell’intervento mozartiano – altrove di ben maggiore impegno – in Alexander’s Feast è limitata all’aggiunta di parti strumentali, essenzialmente clarinetti e flauti traversi, assenti nell’originale. Ciò risulta evidente soprattutto in brani come la caratteristica aria con coro “Bacchus ever”, la suggestiva “He sung Darius” o la nobilissima aria “Softly sweet” con violoncello concertante. Rimangono sostanzialmente intatti i grandiosi affreschi sonori dei cori fugati, punteggiati da Mozart con qualche ulteriore pennellata di colore affidata al suono dei legni o dei corni, per altro in buona parte già presenti nell’originale anche in funzione concertante, come nella citata aria con coro “Bacchus ever”.

La vicenda, in parte tratta da Plutarco, è ambientata nel 331 a.C. a Persepoli.
Nella prima parte il re macedone Alessandro Magno festeggia in un sontuoso convito la vittoria sui Persiani insieme alle truppe e all’amata Thais.
Il musico Timoteo rievoca cantando il mito di Zeus e Olimpia, il trionfo di Bacco, la fine dello sconfitto Dario, la vittoria dell’Amore, suscitando di volta in volta in Alessandro vari stati d’animo grazie alla potenza della sua esecuzione musicale. Nella seconda parte Timoteo incita infine Alessandro a incendiare Persepoli per vendicare gli eccidi dei Greci compiuti dai Persiani. Ma ecco che appare santa Cecilia, che col potere della propria musica celestiale accompagnata dal suono dell’organo pone fine a ogni vendetta. Dunque ,una storia a dir poco fantasiosa, ma la cui morale risulta alfine chiara: la musica pagana di Timoteo è capace di suscitare nell’animo umano una grande varietà di sentimenti, talvolta anche negativi come il desiderio di vendetta, mentre la musica cristiana della martire Cecilia è la sola a suscitare i sentimenti più nobili.

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Filippo Maria Bressan ha studiato direzione d’orchestra con K.Österreichere direzione di coro con J. Jürgens e M. Brown, perfezionandosi con J.E. Gardiner, F. Leitner, F. Corti.
Già assistente di Jürgens, ha lavorato con C. Abbado, L. Berio, F. Brüggen, M. W. Chung, C.M. Giulini, E. Inbal, P. Maag, L. Maazel, A. Paert, G. Prêtre, M. Rostropovich, G. Sinopoli, J. Tate, R. Vlad.
Direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica di Savona, ha diretto, fra le altre, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’ORT Orchestra della Toscana, la Scottish Chamber Orchestra, l’Orchestra Scarlatti di Napoli, l’Orchestra Toscanini, collaborando con solisti quali A. Ballista, R. Buchbinder, M. Campanella, B. Canino, G. Carmignola.
È stato direttore stabile del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Specialista nell’opera del Settecento, ha diretto al Teatro Goldoni di Venezia Ifigenia in Tauride di Galuppi, al Teatro Verdi di Trieste Il mondo della luna di Paisiello e Alcina di Haendel, al Teatro Politeama di Prato Paride ed Elena di Gluck, al Teatro Verdi di Padova Orfeo ed Euridice di Gluck, al Teatro Filarmonico di Verona Don Giovanni di Mozart.
Ha fondato Athestis Chorus & Academia de li Musici, con i quali è divenuto uno dei protagonisti della rivalutazione della musica antica ed è regolarmente invitato dalle più importanti stagioni concertistiche, da numerosi festival (tra i quali la Sagra Musicale Umbra, la Sagra Malatestiana, Veneto Festival, Torino Settembre Musica, la Biennale diVenezia ,il Festival Monteverdi di Cremona, le Settimane Musicali di Stresa, la Settimana Musicale Senese) e dai principali teatri sudamericani.
Ha registrato per la Rai e per le radiotelevisioni austriaca, francese, slovena e brasiliana.
Ha inciso per Emi, Virgin, Deutsche Grammophon, Decca e Chandos.

Laura Antonaz si è diplomata in canto presso il conservatorio “G. Tartini”di Trieste, si è quindi perfezionata nel repertorio liederistico con A. ed E. Werba e con C. Ludwig.
Nel 1988 ha vinto il concorso internazionale di Bardolino per cantanti di Lieder. Si è quindi perfezionata in prassi esecutiva barocca con N. Rogers, A. Curtis e J. Rifkin.
Nel 1992 ha vinto il concorso internazionale di canto barocco “G.B.Pergolesi” di Roma. Nel 1997 ha vinto il concorso indetto dalla Società dell’Opera Buffa interpretando due opere buffe di Jommelli e di Paisiello. È stata sovente interprete di opere barocche quali l’Orione di Francesco Cavalli alla Fenice di Venezia e l’Agrippina di Haendel a Buenos Aires.
L’oratorio è attualmente il fulcro della sua attività, dagli inediti seicenteschi (Colonna, Gabrielli) a Haendel, Bach, Haydn, Schumann. Svolge attività concertistica in Italia e all’estero collaborando con gruppi vocali e strumentali come I Barocchisti (RSI-Lugano), l’Accademia Bizantina, l’Orchestra Sinfonica Nazionale-Rai, l’Akademie für Alte Musik-Berlin. È ospite di prestigiose società concertistiche, quali il Festival delle Fiandre, la Sagra Musicale Umbra, Torino Settembre Musica, il Festival di Musica Antica di Budapest, il Festival International d’Opéra Baroque di Beaune. Ha partecipato a trasmissioni radiofoniche e televisive in Italia, Europa e America Latina, incidendo per Tactus, Stradivarius, La Bottega Discantica, Nuova Era, Carrara, Rivo Alto, Amadeus.

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Iain Paton ha studiato alla Royal Scottish Academy of Music and Drama. Ha vinto il primo Erich Vietheer Award a Glyndebourne e si è quindi esibito in Europa, Australia e Nuova Zelanda in opere come Il ratto dal serraglio, Così fan tutte, Il flauto magico, Il barbiere di Siviglia.
Ha registrato per la BBC il ruolo di Eurimachos nell’Ulisse di Dallapiccola. Collabora stabilmente con Les Arts Florissants di W. Christie, con cui ha inciso King Arthur, Il ratto dal serraglio, Les Indes Galantes. Nel 1996 ha debuttato al De Vlaamse Opera in Venus and Adonise Dido and Aeneas.
Ha cantato nel Messiah con la Freiburger Baroque Orchestra, nel Primo omicidio con R. Jacobs al Festival di Innsbruck; nel 1999 ha cantato nella Messa in Do minore di Mozart con la Royal Scottish National Orchestra e, come protagonista, in The Rake’s Progressper l’Opera Theatre Company di Dublino. Ha quindi cantato nella Creazione e nelle Stagioni di Haydn e in Acis and Galatea di Haendel con la Philharmonia Baroque Orchestra a San Francisco, nel Messiah con l’Orchestra of the Age of Enlightenment. Nel 2002 ha interpretato Oronte nell’Alcina di Haendel al Göttingen Festival con N.McGegan e Orfeo di Monteverdi con P.Neumann. Nel 2005 ha debuttato nel Don Giovanni (Don Ottavio) per l’Opera North, nel 2006 nella Finta giardiniera (Belfiore) alla Zürich Opera e nel Sogno di Scipione (Publio) al Festival di Salisburgo.

Luca Tittotosi è perfezionato con B. Prior.
Finalista al 35°Concorso per Giovani Cantanti “Toti Dal Monte” di Treviso, al concorso “Franco Alfano” di San Remo e al concorso “Beniamino Gigli” di Roma, ha partecipato a prestigiosi festival esibendosi in particolare nel repertorio sacro e oratoriale (Petite Messe Solennelle di Rossini, Grande Messa in Si minore e Passione secondo Giovanni di Bach, Messiah di Haendel,Te Deum di Charpentier, Requiem di Mozart) con l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto e La Cappella Savaria di Budapest. Al Teatro Verdi di Trieste ha cantato in Peter Grimes di Britten, Hamlet di Thomas, Alcinadi Haendel, Ariadne auf Naxos di Strauss, Lohengrindi Wagner. Con l’Orchestra Giocosa del Friuli ha interpretato Uberto nella Serva padrona di Pergolesi e Filiberto nel Signor Bruschinodi Rossini. Con l’Orchestra della Società Filarmonica di Udine ha debuttato nel 2005 nel Barbiere di Siviglia di Rossini (Don Basilio). Per il Festival Monteverdi ha cantato nell’Incoronazione di Poppea nei teatri di Cremona, Como, Brescia, Pavia, Ravenna e Ferrara (direttore O. Dantone). Nel 2006ha cantato in Madama Butterfly al Carlo Felice di Genova, nel Barbiere di Siviglia di Paisiello (Don Basilio) al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Nel 2007 è Plutone nell’Orfeo al Festival Monteverdi e al Festival di Aix-en-Provence (direttore R.Jacobs), mentre al Teatro di Cagliari è Giove in Orfeo all’inferno di Offenbach.

La Camerata Strumentale “Città di Prato” è nata nel 1998 su iniziativa dell’Unione Industriale Pratese, del Consorzio Pratotrade, dell’Ente Cassa di Risparmio di Prato e del Comune di Prato, da un’idea di Riccardo Muti. Alessandro Pinzauti è il direttore musicale, Alberto Bologni il primo violino solista, Alberto Batisti il direttore artistico. L’orchestra è stata diretta anche da P. Bellugi, M. Perahia, R. Abbado e F. Rossi.
Hanno suonato con la Camerata artisti come A. Lucchesini, P. De Maria, J. Wang, A. Nannoni, B. Belkin, A. Tacchi, C. Rossi, A. Dell’Ira e M. Perahia. L’orchestra ha tenuto concerti per gli Amici della Musica di Firenze, all’Accademia Musicale Chigiana di Siena, al Teatro Verdi di Pisa, al Teatro Municipale di Piacenza, alla Sala del Conservatorio di Milano.
Insieme all’Athestis Chorus ha eseguito la Missa in tempore belli e il Te Deum di Haydn nella Cattedrale di Pisa. Nel campo dell’opera lirica ha prodotto Così fan tutte, Rigoletto, Le nozze di Figaro, La vedova allegra, Paride ed Elena. Nel 2001 la Camerata ha riscosso un grande successo nella sua prima tournée all’estero, in America Latina, dove è tornata nel 2003. Ha suonato inoltre al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, alla Settimana Musicale Senese e al Ravenna Festival, dove è stata diretta da Riccardo Muti che l’ha definita un «esempio luminoso» per la musica italiana. Con la direzione di A. Pinzauti la Camerata ha interpretato grandi lavori sinfonico-corali come la Creazione di Haydn, il Requiem e la Messa in Do minore di Mozart, la Fantasia corale e la Nona Sinfonia di Beethoven. Nel 2002 ha suonato nel Duomo di Monreale con B. Belkin. Nel 2006 Muti è tornato sul podio della Camerata per una lezione-concerto sulla Sinfonia “Incompiuta” di Schubert. Concerti della Camerata sono stati trasmessi da Rai-RadioTre e Rete Toscana Classica. La Camerata ha fra l’altro registrato con A. Pinzauti la Missa in tempore belli, il Te Deum e La creazione di Haydn e un CD dedicato a Cherubini.

Athestis Chorus è un gruppo corale formato da cantori professionisti selezionati di volta in volta in base al repertorio, che va dalla formazione barocca alla grande produzione sinfonico-corale. Collabora stabilmente con l’Orchestra Sinfonica della Rai, l’Orchestra di Padova e del Veneto, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra della Fenice, l’ORT Orchestra della Toscana, la Scottish Chamber Orchestra, e con musicisti quali C. M. Giulini, E. Inbal, J. Tate, R. Barshai, A. Pärt, M. Corboz, P. Maag, R. Abbado, A. Ballista, G. Gelmetti... Per il repertorio antico ha collaborato con la Wiener Akademie, l’Accademia Bizantina, Europa Galante, F. Bruggen, M. Haselböck, O. Dantone, F. Biondi e soprattutto con l’Academia de li Musici.Ha registrato per la Rai e le radiotelevisioni austriaca, francese e slovena e inciso CD per Arts, Emi, Fonit Cetra, Tactus, Emi-Virgin, Chandos.

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Pagina pubblicata il 5-04-2007 - Aggiornato il 07-Feb-2010