|
Tutti
gli appuntamenti di O flos colende si
svolgenno nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore ad ingresso
gratuito
Il
Programma dell'edizione 2007
Venerdì 13 aprile, ore 21.15
GEORG FRIEDRICH HAENDEL (1685-1759) Alexander’s Feast or
ThePower of Musick An Ode in Honour of St Cecilia
|
GEORG FRIEDRICH HAENDEL (1685-1759)
Alexander’s Feast or The Power
of Musick
An Ode in Honour of St Cecilia
in due parti per soli, coro e orchestra
testo di John Dryden con interventi di Newburgh Hamilton
elaborazione di
Wolfgang Amadeus Mozart K591
Laura Antonaz soprano
Iain Paton tenore
Luca
Tittoto basso
Camerata Strumentale “Città di Prato”
Athestis
Chorus Filippo Maria Bressan direttore
Negli anni sessanta e settanta del
Settecento Firenze fu la città haendeliana d’Italia. Grandi
capolavori del sassone come Alexander’s Feast, Messiahe Acis
and Galatea (e probabilmente anche Judas Maccabaeus) ebbero nella capitale
granducale
la loro prima esecuzione italiana. L’esecuzione di Alexander’s
Feast (composta nel 1736 ed eseguita al Covent Garden di Londra) il
21 aprile 1768 presso la Villa Palmieri (popolarmente conosciuta come “Villa
de’ tre visi”), allora residenza fiorentina di Lord Cowper,
fu addirittura la prima nel continente di uno dei grandi lavori inglesi
di Haendel.
Il favore che la sua musica incontrò a Firenze fu
alimentato in un primo momento dalla vivace comunità anglofona
presente in città, in seguito dalla stessa corte di Pietro
Leopoldo e dall’entourage culturale
lorenese, capitanato dal marchese Pierre-Eugène-François
de Ligniville, sovrintendente musicale del granduca. In ordine
di tempo, tuttavia, pare che il primo a diffondere il verbo haendeliano
fra le colline toscane
sia
stato Sir Horace Mann, che già nel 1742 si faceva spedire
dall’Inghilterra
ouvertures di Haendel, mentre nel 1762 richiedeva ancora ben dodici
partiture di oratori haendeliani.
Ma per avere precise testimonianze
inerenti
pubbliche esecuzioni di partiture haendeliane con il relativo coinvolgimento
della
corte bisognerà attendere l’operato di George Nassau
Clavering, conte Cowper, molto legato a Pietro Leopoldo. Le esecuzioni
musicali avvenivano
infatti presso la sua bella residenza, la citata Villa Palmieri,
per essere successivamente riprese alla corte granducale. Sulla «Gazzetta
Toscana» comparve
il seguente commento alla prima esecuzione di Alexander’s
Feast, il cui testo fu tradotto in italiano per l’occasione
col titolo Il convito di Alessandro Magno: «Il genio
della musica è stato
sempre vario e sempre spiritoso, esprimendosi quasi tutte le passioni
dell’uomo, poiché si passava ora dal maestoso all’allegro,
ora dal flebile al tenero ecc.
Le arie sono state frequenti e rallegrate
dai cori...».
Il successo dell’oratorio fu tale che
a distanza di due giorni fu replicato a Palazzo Pitti su esplicita
richiesta di Pietro Leopoldo. E a distanza di pochi mesi, nell’agosto
del 1768, ebbe luogo sempre a Palazzo Pitti la prima italiana
del Messiah. A Lord Cowper, come alfiere delle fortune haendeliane
in
terra toscana, successe Ligniville, che – venendo incontro
ai gusti del granduca e nella consapevolezza del valore contrappuntistico
della musica haendeliana – nel 1772 allestì nuove
esecuzioni sia di Alexander’s Feast che del Messiah,
proponendo anche in prima italiana la serenata Acis and Galatea.
Tali composizioni piacevano molto a corte in quanto costellate
di sapienti pagine
corali che incontravano il favore incondizionato del granduca.
Ed è singolare
notare come a distanza di qualche anno sarebbe stato il medesimo
ristretto repertorio a incontrare il gusto della corte di Vienna – tanto
che vi fu eseguito Alexander’s Feast nella traduzione
italiana approntata a Firenze – ancor prima che il barone
Gottfried van Swieten ne promuovesse esecuzioni su larga scala.
Com’è noto, fu
soprattutto Wolfgang Amadeus Mozart a rielaborare quel medesimo
manipolo di partiture “fiorentine” con la sola aggiunta
della Ode for St Cecilia’s Day. La portata dell’intervento
mozartiano – altrove di ben maggiore impegno – in
Alexander’s
Feast è limitata all’aggiunta di parti strumentali,
essenzialmente clarinetti e flauti traversi, assenti nell’originale.
Ciò risulta
evidente soprattutto in brani come la caratteristica aria con
coro “Bacchus
ever”, la suggestiva “He sung Darius” o la
nobilissima aria “Softly sweet” con violoncello concertante.
Rimangono sostanzialmente intatti i grandiosi affreschi sonori
dei cori
fugati, punteggiati da Mozart con qualche ulteriore pennellata
di colore affidata al
suono dei legni o dei corni, per altro in buona parte già presenti
nell’originale anche in funzione concertante, come nella
citata aria con coro “Bacchus ever”.
La vicenda, in
parte tratta da Plutarco, è ambientata nel 331 a.C. a
Persepoli.
Nella prima parte il re macedone Alessandro Magno festeggia
in un sontuoso
convito la vittoria sui Persiani insieme alle truppe e all’amata
Thais.
Il musico Timoteo rievoca cantando il mito di Zeus e Olimpia,
il trionfo di Bacco, la fine dello sconfitto Dario, la vittoria
dell’Amore, suscitando
di volta in volta in Alessandro vari stati d’animo grazie
alla potenza della sua esecuzione musicale. Nella seconda parte
Timoteo incita infine Alessandro a incendiare Persepoli per vendicare
gli eccidi dei Greci compiuti dai Persiani. Ma ecco che appare
santa Cecilia, che col potere della propria musica celestiale
accompagnata
dal suono dell’organo pone fine a ogni vendetta. Dunque
,una storia a dir poco fantasiosa, ma la cui morale risulta alfine
chiara: la musica pagana di Timoteo è capace di suscitare
nell’animo
umano una grande varietà di sentimenti, talvolta anche
negativi come il desiderio di vendetta, mentre la musica cristiana
della
martire Cecilia è la sola a suscitare i sentimenti più nobili.
Filippo Maria Bressan ha studiato direzione d’orchestra
con K.Österreichere direzione di coro con J. Jürgens
e M. Brown, perfezionandosi con J.E. Gardiner, F. Leitner, F.
Corti.
Già assistente
di Jürgens, ha lavorato con C. Abbado, L. Berio, F. Brüggen,
M. W. Chung, C.M. Giulini, E. Inbal, P. Maag, L. Maazel, A. Paert,
G. Prêtre, M. Rostropovich, G. Sinopoli, J. Tate, R. Vlad.
Direttore
stabile dell’Orchestra Sinfonica di Savona, ha
diretto, fra le altre, l’Orchestra dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra da Camera di Mantova,
l’Orchestra
di Padova e del Veneto, l’ORT Orchestra della Toscana,
la Scottish Chamber Orchestra, l’Orchestra Scarlatti di
Napoli, l’Orchestra
Toscanini, collaborando con solisti quali A. Ballista, R. Buchbinder,
M. Campanella, B. Canino, G. Carmignola.
È
stato
direttore stabile del Coro dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia a Roma. Specialista nell’opera del Settecento,
ha diretto al Teatro Goldoni di Venezia Ifigenia in Tauride di
Galuppi, al
Teatro Verdi di Trieste Il mondo della luna di Paisiello
e Alcina di Haendel, al Teatro Politeama di Prato Paride
ed Elena di Gluck, al
Teatro Verdi di Padova Orfeo ed Euridice di Gluck, al
Teatro Filarmonico di Verona Don Giovanni di Mozart.
Ha fondato
Athestis Chorus & Academia
de li Musici, con i quali è divenuto uno dei protagonisti
della rivalutazione della musica antica ed è regolarmente
invitato dalle più importanti stagioni concertistiche,
da numerosi festival (tra i quali la Sagra Musicale Umbra, la
Sagra
Malatestiana, Veneto Festival, Torino Settembre Musica, la Biennale
diVenezia ,il Festival Monteverdi di Cremona, le Settimane Musicali
di Stresa, la Settimana Musicale Senese) e dai principali teatri
sudamericani.
Ha registrato per la Rai e per le radiotelevisioni
austriaca, francese, slovena e brasiliana.
Ha inciso per Emi, Virgin, Deutsche
Grammophon, Decca e Chandos.
Laura Antonaz si è diplomata
in canto presso il conservatorio “G. Tartini”di Trieste,
si è quindi
perfezionata nel repertorio liederistico con A. ed E. Werba e
con C. Ludwig.
Nel 1988 ha vinto il concorso internazionale di
Bardolino per cantanti di Lieder. Si è quindi perfezionata
in prassi esecutiva barocca con N. Rogers, A. Curtis e J. Rifkin.
Nel
1992 ha
vinto il concorso internazionale di canto barocco “G.B.Pergolesi” di
Roma. Nel 1997 ha vinto il concorso indetto dalla Società dell’Opera
Buffa interpretando due opere buffe di Jommelli e di Paisiello. È stata
sovente interprete di opere barocche quali l’Orione di
Francesco Cavalli alla Fenice di Venezia e l’Agrippina di Haendel a Buenos Aires.
L’oratorio è attualmente
il fulcro della sua attività, dagli inediti seicenteschi
(Colonna, Gabrielli) a Haendel, Bach, Haydn, Schumann. Svolge
attività concertistica
in Italia e all’estero collaborando con gruppi vocali e
strumentali come I Barocchisti (RSI-Lugano), l’Accademia
Bizantina, l’Orchestra
Sinfonica Nazionale-Rai, l’Akademie für Alte Musik-Berlin. È ospite
di prestigiose società concertistiche, quali il Festival
delle Fiandre, la Sagra Musicale Umbra, Torino Settembre Musica,
il Festival di Musica Antica di Budapest, il Festival International
d’Opéra Baroque di Beaune. Ha partecipato a trasmissioni
radiofoniche e televisive in Italia, Europa e America Latina,
incidendo per Tactus, Stradivarius, La Bottega Discantica, Nuova
Era, Carrara, Rivo
Alto, Amadeus.
Iain Paton ha studiato alla Royal Scottish
Academy of Music and Drama. Ha vinto il primo Erich Vietheer Award a Glyndebourne
e si è quindi esibito in Europa, Australia e Nuova Zelanda in opere
come Il ratto dal serraglio, Così fan tutte, Il flauto magico, Il
barbiere di Siviglia.
Ha registrato per la BBC il ruolo di Eurimachos nell’Ulisse
di Dallapiccola. Collabora stabilmente con Les Arts Florissants di W. Christie,
con cui ha inciso King Arthur, Il ratto dal serraglio, Les Indes Galantes.
Nel 1996 ha debuttato al De Vlaamse Opera in Venus and Adonise Dido and
Aeneas.
Ha cantato nel Messiah con la Freiburger Baroque Orchestra, nel Primo
omicidio con
R. Jacobs al Festival di Innsbruck; nel 1999 ha cantato nella Messa in
Do minore di Mozart con la Royal Scottish National Orchestra e, come protagonista,
in The Rake’s Progressper l’Opera Theatre Company di Dublino.
Ha quindi cantato nella Creazione e nelle Stagioni di Haydn e in Acis and
Galatea di
Haendel con la Philharmonia Baroque Orchestra a San Francisco, nel Messiah
con l’Orchestra of the Age of Enlightenment. Nel 2002 ha interpretato
Oronte nell’Alcina di Haendel al Göttingen Festival con N.McGegan
e Orfeo di Monteverdi con P.Neumann. Nel 2005 ha debuttato nel Don Giovanni
(Don Ottavio) per l’Opera North, nel 2006 nella Finta giardiniera
(Belfiore) alla Zürich Opera e nel Sogno di Scipione (Publio) al Festival
di Salisburgo.
Luca Tittotosi è perfezionato con B. Prior.
Finalista
al 35°Concorso
per Giovani Cantanti “Toti Dal Monte” di Treviso, al concorso “Franco
Alfano” di San Remo e al concorso “Beniamino Gigli” di
Roma, ha partecipato a prestigiosi festival esibendosi in particolare
nel repertorio sacro e oratoriale (Petite Messe Solennelle di Rossini,
Grande
Messa in Si minore e Passione secondo Giovanni di Bach, Messiah di
Haendel,Te Deum di Charpentier, Requiem di Mozart) con l’Orchestra
da Camera di Padova e del Veneto e La Cappella Savaria di Budapest.
Al Teatro Verdi
di
Trieste ha cantato in Peter Grimes di Britten, Hamlet di Thomas, Alcinadi
Haendel, Ariadne auf Naxos di Strauss, Lohengrindi Wagner. Con l’Orchestra
Giocosa del Friuli ha interpretato Uberto nella Serva padrona di Pergolesi
e Filiberto nel Signor Bruschinodi Rossini. Con l’Orchestra della
Società Filarmonica di Udine ha debuttato nel 2005 nel Barbiere
di Siviglia di Rossini (Don Basilio). Per il Festival Monteverdi ha
cantato nell’Incoronazione di Poppea nei teatri di Cremona, Como,
Brescia, Pavia, Ravenna e Ferrara (direttore O. Dantone). Nel 2006ha
cantato in Madama Butterfly al
Carlo Felice di Genova, nel Barbiere di Siviglia di Paisiello (Don
Basilio) al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Nel 2007 è Plutone
nell’Orfeo
al Festival Monteverdi e al Festival di Aix-en-Provence (direttore
R.Jacobs), mentre al Teatro di Cagliari è Giove in Orfeo all’inferno
di Offenbach.
La Camerata Strumentale “Città di Prato” è nata
nel 1998 su iniziativa dell’Unione Industriale Pratese, del
Consorzio Pratotrade, dell’Ente Cassa di Risparmio di Prato
e del Comune di Prato, da un’idea di Riccardo Muti. Alessandro
Pinzauti è il
direttore musicale, Alberto Bologni il primo violino solista, Alberto
Batisti il direttore artistico. L’orchestra è stata
diretta anche da P. Bellugi, M. Perahia, R. Abbado e F. Rossi.
Hanno
suonato con
la Camerata artisti
come A. Lucchesini, P. De Maria, J. Wang, A. Nannoni, B. Belkin,
A. Tacchi, C. Rossi, A. Dell’Ira
e M. Perahia. L’orchestra
ha tenuto concerti per gli Amici della Musica di Firenze, all’Accademia
Musicale Chigiana di Siena, al Teatro Verdi di Pisa, al Teatro Municipale
di Piacenza, alla Sala del Conservatorio di Milano.
Insieme all’Athestis
Chorus ha eseguito la Missa in tempore belli e il Te
Deum di Haydn
nella Cattedrale di Pisa. Nel campo dell’opera lirica ha prodotto
Così fan
tutte, Rigoletto, Le nozze di Figaro, La vedova allegra,
Paride ed Elena. Nel 2001 la Camerata ha riscosso un grande
successo nella sua prima tournée
all’estero, in America Latina, dove è tornata nel 2003.
Ha suonato inoltre al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, alla
Settimana
Musicale
Senese e al Ravenna Festival, dove è stata diretta da Riccardo
Muti che l’ha definita un «esempio luminoso» per
la musica italiana. Con la direzione di A. Pinzauti la Camerata ha
interpretato grandi lavori
sinfonico-corali come la Creazione di Haydn, il Requiem e
la Messa
in Do minore di Mozart, la Fantasia corale e la Nona
Sinfonia di Beethoven. Nel 2002 ha suonato nel Duomo
di Monreale con B. Belkin. Nel 2006 Muti è tornato
sul podio della Camerata per una lezione-concerto sulla Sinfonia “Incompiuta” di
Schubert. Concerti della Camerata sono stati trasmessi da Rai-RadioTre
e Rete Toscana Classica. La Camerata ha fra l’altro registrato
con A. Pinzauti la Missa in tempore belli, il Te Deum e La
creazione di
Haydn e un CD dedicato
a Cherubini.
Athestis Chorus è un gruppo corale formato da
cantori professionisti selezionati di volta in volta in base al
repertorio, che va dalla formazione barocca alla grande produzione sinfonico-corale.
Collabora stabilmente con l’Orchestra Sinfonica della Rai, l’Orchestra
di Padova e del Veneto, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra
della Fenice, l’ORT Orchestra della Toscana, la Scottish
Chamber Orchestra, e con musicisti quali C. M. Giulini, E. Inbal,
J. Tate, R. Barshai, A. Pärt,
M. Corboz, P. Maag, R. Abbado, A. Ballista, G. Gelmetti... Per
il repertorio antico ha collaborato con la Wiener Akademie, l’Accademia
Bizantina, Europa Galante, F. Bruggen, M. Haselböck, O. Dantone,
F. Biondi e soprattutto con l’Academia de li Musici.Ha registrato
per la Rai e le radiotelevisioni austriaca, francese e slovena
e inciso CD
per Arts, Emi, Fonit
Cetra, Tactus, Emi-Virgin, Chandos.