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Personaggi - artisti: Filippo Lippi (Firenze 1406-Spoleto1469)

Note biografiche di Filippo Lippi
I primi capolavori
Liti e controversie
L'impresa di Prato - Lucrezia Buti
I figli Filippino e Alessandra
La protezione dei Medici
Il cantiere di Spoleto
da un documento di Isabella Lapi Ballerini

Note biografiche di Filippo Lippi
Filippo di Tommaso Lippi nasce a Firenze nel 1406 da una famiglia modesta dell'Oltrarno, in via dell'Ardiglione, fra via dei Serragli e il convento del Carmine. Rimasto orfano, a due anni anche del padre Tommaso ('beccaio'), viene affidato con il fratello maggiore Giovanni alla sorella del padre, Monna Lapaccia. Dopo averlo "allevato con suo disagio grandissimo" fino agli otto anni la zia chiese aiuto ai frati carmelitani del vicino Convento del Carmine che accolsero i due fratelli e cercarono di insegnar loro un mestiere.

8 giugno del 1421, superati i 14 anni, come di Regola, Filippo prende i voti. L'atto, preceduto da un anno di noviziato, è rogato da ser Filippo di Cristofano (Poggi, 1936). Dal 1422 al '32 si hanno varie notizie sulla presenza e la vita di Fra Filippo al Carmine: l'abituale donativo per gli abiti (ininterrotto dal '25 al '32), la chiave fatta dal convento per l'uscio della sua cella e tracce di un viaggio a Pistoia (luglio 1424), uno a Siena e a Prato (agosto 1426). Filippo si rivela "destro ed ingegnoso nelle azioni di mano", meno portato negli studi e nell'apprendimento delle lettere. Il Vasari nota:" In cambio di studiare non faceva mai altro che imbrattare con fantocci i libri suoi e degli altri; onde il priore si risolvette a dargli ogni comodità ed agio d'imparare a dipignere".

Dal 1422 la chiesa di Santa Maria del Carmine diviene luogo significativo nella storia della pittura italiana. Felice Brancacci, ricco mercante, per testamento fece costruire una cappella per la sua famiglia; la decorazione della Cappella Brancacci, nel 1424, viene affidata a Masolino da Panicale. Nell'impresa Masolino fece lavorare il giovane Masaccio (1401-1428) uno dei geni dell'arte del Rinascimento.
Fra Filippo segue il divenire del capolavoro che sarà il riferimento di un nuovo linguaggio artistico. Vasari: "Ogni giorno per suo diporto la frequentava, e quivi esercitandosi del continovo in compagnia di molti giovani che sempre vi disegnavano, di gran lunga gli altri avanzava di destrezza e di sapere..."
"E così ogni giorno facendo meglio, aveva preso la mano di Masaccio si che le cose sue in modo simili a quelle faceva, che molti dicevano lo spirito di Masaccio essere entrato nel corpo di Fra Filippo"
Fra Filippo, quindi, imparò l'arte durante lo sviluppo degli affreschi di Masaccio e poi ne applicò i moduli alle sue opere dipinte nel convento e nella chiesa del Carmine, (opere perdute, tranne la "Conferma della Regola Carmelitana", affrescata nel chiostro entro il 1431, a causa del grave incendio del 1771).

1430 nei documenti del convento è definito per la prima volta "dipintore" (Poggi, 1936);
1431 è iscritto alla Compagnia di Santa Maria alle Laudi, dov'era affiliato Masolino, il suo contributo è registrato in data 3 di maggio (Caioli, 1958).
1434 documenti riportano che il 1° di luglio, riceve 11 once di oltremarino per dipingere il Tabernacolo delle Reliquie nella Basilica del Santo a Padova (Guidaldi, 1928). Il Filarete, l'Anonimo Morelliano, il Vasari ricordano le opere dipinte nella Basilica del Santo, ma l'attività di questo periodo è andata interamente perduta. Segue

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Pagina pubblicata il 15-06-2007 - Aggiornato il 09-Giu-2015