Liti e controversie
Nel frattempo il Lippi, con bolla del 23 febbraio 1442,
era stato nominato da papa Eugenio IV Rettore e Abate Commendatario
a vita
della chiesa
di San Quirico a Legnaia, presso Firenze, e subito investito
del beneficio. Da una nota del 1447 risulta che anche il fratello
Giovanni
fosse stato
addetto alla stessa chiesa. Il beneficio non avrebbe però risolto
i continui problemi economici del frate, come dimostra un brutto
episodio avvenuto nel 1450
Alla fine di questo anno Fra Filippo avrebbe dovuto versare a Giovanni
di Francesco del Cervelliera, pittore, una cifra di 40 fiorini per le sue
prestazioni di aiuto e discepolo nella bottega. Non avendo onorato l'impegno
ed essendo per questo chiamato in giudizio, il Lippi esibì una ricevuta
di versamento della cifra pattuita falsificando la firma dell'allievo.
La lite finì davanti al Vicario arcivescovile di Firenze, che mise
in carcere entrambi i pittori e li interrogò sotto tortura. Il Lippi,
in seguito alla fuoriuscita di un'ernia, confessò la sua falsificazione
e fu scarcerato, ma la vicenda non sarebbe più stata dimenticata
nell'ambiente ecclesiastico fiorentino tanto che, il 19 maggio 1455, la
rettorìa di San Quirico a Legnaia gli sarebbe stata formalmente
revocata, sia per la condanna di cinque anni sia "perchè poco
sollecito dei suoi doveri".
Trascorre un solo anno e il frate è di nuovo nei guai: l'11 settembre
1451 viene sottoposto a un secondo processo, questa volta per aver fatto
eseguire alla propria bottega una tavola che il committente, Antonio del
Branca di Perugia, aveva espressamente richiesto fosse dipinta da lui personalmente.
Questa volta il giudizio - del laico Tribunale di Mercatanzia - deve essergli
stato favorevole, perché il prezzo di 70 fiorini gli viene saldato.
Nello stesso anno il Lippi risulta essere proprietario di una casa in via
della Chiesa, non lontano dal Carmine: è nominato infatti come confinante
in una denuncia di beni al Catasto (BNCF, Poligrafo Gargani 1128).