Home page Home page degli eventi Home page dei luoghi Home page della storia Home page dei percorsi Home page della cultura Home page delle arti Home page dei lavori Home page degli artigiani Mappa del sito
linea linea linea linea

XI Settimana della Cultura 2009
Il convento del Bosco ai Frati

Alcune iniziative nel territorio delle province di Firenze, Pistoia e Prato:
Restauri al convento di Bosco ai Frati”. Presentazione il 19 aprile 2009, al Convento del Bosco ai Frati, San Piero a Sieve (Firenze).

Il Convento del Bosco ai Frati: morfologia e storia

Il complesso denominato del Bosco ai Frati, in Mugello, risulta costituito principalmente dal complesso conventuale e dalla Chiesa di San Bonaventura. Il Convento di Bosco ai Frati sorse nel luogo dove nell’XI secolo i monaci basiliani avevano fondato il proprio ritiro cenobitico.
Divenne proprietà della famiglia Ubaldini, potenti feudatari della zona, che nel 1206 lo cedettero alla congregazione della Sacra Religione di San Francesco. Lo stesso San Francesco nel 1212 ne fece uno dei più importanti conventi del proprio ordine.
Ai primi del 1400 gli Ubaldini, ormai decaduti, lo cedettero ai Medici. Fu Giovanni di Bicci ad assumerne la proprietà nel 1420.
Nel 1427 vi rientrarono i frati, dopo aver ottenuto l’autonomia dall’Osservanza della Regola, e venne poi avviato, probabilmente, l’intervento di ristrutturazione e di ampliamento, attribuito dal Vasari (1568) a Michelozzo. Il committente fu Cosimo il Vecchio che ebbe cura di fornire il complesso francescano di arredi e opere da lui commissionate e segnate dallo stemma mediceo. Fece ricostruire gli scranni lignei del coro, provvide a oggetti liturgici, fornì di antofonari e messali la sagrestia, dotò l’altare maggiore della pala dipinta dall’Angelico raffigurante la Madonna col Bambino e Santi databile dopo il 1450 (rimasta in loco fino al 1777, oggi al Museo di San Marco di Firenze).

Intorno al 1464 Piero il Gottoso donò alla Chiesa di Bosco ai Frati il prezioso trittico a tabernacolo di Nicolas Froment raffigurante la Resurrezione di Lazzaro (oggi alla Galleria degli Uffizi di Firenze).
Lorenzo il Magnifico si fece costruire un piccolo appartamento nel convento, costituito da oratorio, camera, cameretta e loggia.
Clemente VII promosse la sistemazione del refettorio, all’interno del quale è presente una ceramica di Cafaggiolo sopra la porta e, sulla parete di fondo, il capolavoro di Padre Edoardo Rossi: l’Ultima Cena del Signore.

Nel 1542, in epoca ducale, il convento rimase duramente colpito da un terremoto che travolse la zona, costringendo i frati a provvedere autonomamente alla ricostruzione e al restauro. Dopo tale evento e le trasformazioni verificatesi tra il XVII e il XVIII secolo, la struttura architettonica commissionata dai Medici, pervenuta solo in parte, è rappresentata dalla chiesa, dal portico e dalla loggia sul giardino sulla quale si apre la piccola cappella di San Bonaventura.

Attualmente il convento è officiato dai frati Francescani dell’Immacolata.
Si accede alla Chiesa attraverso un portico sorretto da colonne con fusto in muratura e intonaco bianco e basi e capitelli in pietra serena. Da qui è
anche l’ingresso al convento, che si sviluppa attorno ad un chiostro (con un lato adiacente alla chiesa) nel cui loggiato, interamente murato, si apro-
no le porte dalle quali si raggiungono tutti gli ambienti.
La chiesa si compone di una navata unica con abside di poco arretrata rispetto al transetto centrale: la facciata è molto semplice, in filaretto di alberese di varie tonalità, rallegrata da una serie di archetti e altri motivi ornamentali in cotto.
La copertura è di tipo a crociera costolonata, con archi a sesto ribassato costituiti da laterizi di basso spessore (mezzane) affiancati e legati con mal-
ta. Il vano absidale, adiacente al coro, si articola su una pianta quadrata.

Nella struttura si conservano significative opere d'arte come "L’Ultima Cena del Signore" di Padre Edoardo Rossi, il "Crocifisso del Bosco ai Frati" (vedi l'immagine nella mostra: "Mugello culla di Rinascimento") di artista vicino al vecchio Donatello e a Desiderio da Settignano e l’altare maggiore ligneo.

L’intervento di restauro promosso dalla Soprintendenza, riguardante la volta sovrastante l’altare maggiore, è seguito all’evento sismico del marzo 2008. In prima istanza ha riguardato la stuccatura e risarcitura di tutte le lesioni, sia di
quelle passanti che quelle superficiali, e si è poi concluso con il rinforzo della calotta estradossale della volta.
Intervento di restauro

inizio

linea linea linea
www.zoomedia.it pubblicazione registrata al Tribunale di Firenze n° 5555 del 20/02/2007
© zoomedia 2007 - 2015 Copyrights - Tutela della privacy - Abbonamenti - Contributi - Pubblicità
Pagina pubblicata il 17-04-2009 - Aggiornato il 16-Apr-2009