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N. 12 - 07 agosto 2003

Sommario:

Segnalazioni

Premi e Concorsi

Maze 2003

Tradizione dell'artigianato a Firenze e in Toscana:
- Periodo Arti e Corporazioni

Artigianato del Ferro a Firenze:
- Arte dei Fabbri
- Arte dei Corazzai e Spadai
- Arte dei Chiavaioli

Il periodo delle Arti e Corporazione Artigianali a Firenze

Lunga è la tradizione dell’artigianato a Firenze, che fiorì contemporaneamente alla nascita delle Arti, corporazioni di mestiere che, sorte fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, favorirono in larga misura lo sviluppo della vita economica, politica e sociale della città attraverso il lavoro artigianale della popolazione.
Organizzate in un sistema che prevedeva il raggruppamento dei membri in categorie lavorative, all’interno dei quali venivano difesi gli interessi comuni e favoriti gli scambi commerciali, tali corporazioni furono favorite alla nascita dall’intensificarsi dei traffici commerciali e dal ramificarsi di sempre nuove attività.
Si divisero le sette Arti Maggiori, più ricche e potenti, dalle quattordici meno importanti, chiamate Arti Minori. Dalla seconda metà del XIII secolo, però, quando le singole arti acquistarono maggiore competenza politica, si costituirono tre grandi gruppi, con l’introduzione delle Arti Mediane, coincidenti all’incirca con le tre classi sociali: le Maggiori corrispondevano alla classe dei ricchi mercanti, banchieri e artigiani, oltre a professionisti tra medici, pittori e giuristi. Tra le Mediane, Beccai, Calzolai, Fabbri, i Maestri di pietra e di legname e i Rigattieri, che ben presto si inserirono tra le Maggiori e si unirono in gruppi più ampi. Infine, delle minori facevano parte i mercanti al minuto e gli artefici manuali. Tra tutte le arti, la più attiva e potente fu quella della Lana che già dal secondo Quattrocento dovette contendere il primato con l’emergente arte della Seta.
L’entrata in una corporazione era regolata da precise condizioni: solo i figli legittimi di un membro, che avevano dimostrato con un’opera perfetta di conoscere il mestiere e che pagavano la tassa potevano accedere all’Arte. Compito principale delle Arti era quello di mantenere il governo democratico della città, pur controllando e tutelando le proprie attività. Nel periodo dell’espansione economica di Firenze, le Corporazioni non solo crearono nuovi mestieri e posti di lavoro, ma diedero un forte impulso allo sviluppo della cultura, anche finanziando molte opere d’arte.
Nel 1530, la Firenze assediata da Carlo V, non volendo cedere senza combattere, attinse alle riserve economiche di privati e Arti, che, fortemente spremute, da allora non riuscirono più a risollevarsi, anzi cominciò per loro una fase di declino che continuò anche dopo la caduta della Repubblica e l’instaurarsi dei Medici. Fu così che nel 1534 le quattordici Arti Minori furono raggruppate in quattro Università, per potersi meglio sostenere, anche e soprattutto economicamente.
Nel 1770 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo decise con un bando la soppressione di tutte le Arti, escluse quelle di Giudici e Notai, ma anche queste nel 1777 furono sostituite dal Magistrato del Conservatorio delle Leggi.
Non solo favorirono il progresso nelle tecniche produttive e nella diffusione commerciale, le Arti migliorarono le condizioni di lavoro dei loro iscritti, fissando giornate lavorative e giorni feriali, organizzando servizi pubblici e creando veri e propri quartieri artigianali. Nel corso del Quattrocento, le Arti mantennero la loro funzione militare e difesero la città dalle incursioni esterne. Nacque inoltre un corpo speciale, le Guardie della città, una specie di polizia che reprimeva le frodi, organizzava fiere e mercati per favorire e disciplinare il commercio e sorvegliava e proteggeva la città nelle ore notturne.

Lampadario in ferro battuto della Chiesa di Orsanmichele - Firenze
© www.zoomedia.it 2003 Lampadario in ferro battuto della Chiesa di Orsanmichele

Il monumento che rappresentava il simbolo delle Arti fiorentine era Orsanmichele, a metà strada tra potere politico (Palazzo della Signoria) e quello religioso (Duomo e Battistero). Nato come granaio, più antico monumento fiorentino, divenne prima orto delle monache di San Michele, poi camposanto, e intorno al 1240 tornò alla sua funzione primaria di vendita e raccolta del grano. Fu nel 1335 che la Signoria vi appose modifiche: doveva ora rappresentare gli emblemi di tutte le Arti. Le spese furono sostenute dall’Arte di Por Santa Maria e furono Neri di Fioravanti e Francesco Talenti ad occuparsi della costruzione, ancora abbellita in seguito fino al restauro del 1858.

Laura Bartali
elaborato da
"Breve storia dei mestieri artigiani
La tradizione fiorentina"
di M.P.Lebole
Edifir Ed. Firenze 2003

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Pagina pubblicata il 07 08 2003 - Aggiornato il 03-Ott-2012