
©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 24 ottobre
2012
“Le vie delle lettere. La Tipografia Medicea tra Roma e l'Oriente" è la
mostra dedicata ai manoscritti orientali della Biblioteca
Medicea Laurenziana. La
loro storia è interconnessa con la storia della Tipografia
medicea. Nell'immagine si vede uno dei codici
miniati originali commissionati intorno
al 1485 da Lorenzo de' Medici alla
bottega fiorentina di Antonio Sinibaldi. La mostra
si è tenuta dal 26 ottobre 2012 al 22
giugno 2013.
L'iniziativa “Le vie delle
lettere. La Tipografia Medicea tra Roma e l'Oriente " e
il catalogo che la descrive raccontano dell' ambizioso progetto
della "Tipografia
Orientale Medicea" fondata a Roma nel 1584 per iniziativa di
papa Gregorio XIII sotto il patrocinio di Ferdinando de' Medici, allora
cardinale
in Roma. L'obiettivo della tipografia fu di
fornire gli strumenti: grammatiche, lessici, testi canonici sacri e liturgici,
per la diffusione della fede
cattolica presso le chiese d'Oriente e per un'educazione ortodossa del
clero orientale in Roma. I due scopi, commerciale
e scientifico, permettevano di introdurre libri a stampa nel mercato orientale
e di selezionare in Oriente importanti manoscritti contenenti opere scientifiche,
filosofiche, linguistiche, letterarie e teologiche.
La tipografia fu condotta da una congregazione di "orientalisti
e uomini di scienza (come Giovan Battista Raimondi), ai quali era affidata
la scelta
e la preparazione dei testi da pubblicare, mentre a famosi maestri incisori
di caratteri (come Robert Granjon) competeva l'allestimento di tipi per
la stampa di numerose lingue orientali: arabo, siriaco, etiopico, persiano,
turco, ebraico, copto.
Per la ricerca dei manoscritti delle opere da stampare
ci si avvalse dell'intermediazione di diplomatici e viaggiatori (i fratelli
Vecchietti, e G.B. Britti), incaricati di acquistare determinati testi
o di svolgere ricerche sul mercato librario dei paesi del Vicino oriente
che visitavano: Egitto, Turchia, Persia in particolare. Un contributo importante
al reperimento di manoscritti venne dal patriarca di Antiochia dei Siri
Ignazio Ni'mat Allah (m. 1587), il quale, giunto in Italia e residente
a Roma dal 1576, mise a disposizione della Stamperia un buon numero di
propri libri arabi, persiani, turchi, siriaci. Furono così raccolti
esemplari di notevole valore estetico ma soprattutto di grande rilevanza
scientifica, trattandosi in molto casi dei più antichi o degli unici
testimoni di opere importanti.
Si trattò di un'impresa coraggiosa, di grande portata culturale
e tecnico-scientifica, con rilevanti conseguenze riguardo ai rapporti tra
il Vicino Oriente ottomano e persiano e l'Europa, non disgiunta da attività diplomatiche
e politiche, specialmente in relazione alla Persia. Il passaggio di numerosi
manoscritti di pregio dal Vicino Oriente in Italia implicò un trasferimento
diretto di cultura e per gli studiosi coinvolti non solo un'accresciuta
capacità di intendere le lingue orientali, ma anche la capacità di
copiarne e riprodurne con mano esperta le scritture. Si trattava peraltro
di studiosi viaggiatori, come il già citato Raimondi, che avevano
trascorso periodi più o meno lunghi della propria vita in Oriente.
Se alcuni dei grandi progetti della Stamperia non videro compimento (una
Bibbia poliglotta, addirittura superiore alla monumentale "Bibbia
regia" di Anversa in 8 volumi), altri ebbero notevole successo, proprio
nel Vicino Oriente: in Yemen nel XX secolo era ancora possibile trovare
copie dell'edizione in arabo del "Canone della medicina" di Avicenna
stampato a Roma a uso dei medici locali.
Dopo una lunga e complessa storia, gran parte del materiale della Stamperia
si trova ora a Firenze, presso la Biblioteca Medicea Laurenziana: si tratta
dei punzoni e dei caratteri delle scritture orientali, di numerosi manoscritti
di grande pregio, raccolti in Oriente, nonché di testi a stampa
prodotti dalla Stamperia. La mostra si propone di far conoscere, attraverso
l'esposizione di tale materiale (manoscritti, libri stampati, caratteri,
documenti d'archivio), la storia della Stamperia e delle persone che ad
essa collaborarono, in quanto testimonianza di un'attenzione curiosa e
costruttiva per le culture del Vicino Oriente. Si offre quindi uno sguardo
sulle intense relazioni culturali, politiche e commerciali che hanno unito
la Toscana di Ferdinando II e la Roma di Gregorio XIII con l'Oriente, in
particolare con Turchia, Levante, Persia ed Etiopia."
In questa occasione è stata riaperta al pubblico la
Sala della Tipografia, vi sono esposti il torchio e le casse contenenti
i caratteri e i punzoni.

Alcune edizioni a stampa concesse in prestito dalla Biblioteca
Marucelliana, dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dalla
Biblioteca Riccardiana e all'astrolabio del Museo Galileo, The Green
Collection (The Museum of the Bible - MOTB-Oklahoma City) la più grande
collezione al mondo di testi e oggetti biblici, ha eccezionalmente concesso
in prestito
alcuni dei legni preparatori alle xilografie disegnate da Antonio
Tempesta e incise da Leonardo Parasole, che illustrano l'edizione dei Vangeli
esposti in mostra.
Le Vie delle Lettere. La Tipografia Medicea tra Roma e l'Oriente è stata
promossa dalla Biblioteca Medicea Laurenziana.
La Biblioteca Medicea Laurenziana è in
Piazza San Lorenzo 9, a Firenze. Aperta dal lunedì al sabato
dalle ore 9,30 – 13,30. |
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