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Firenze


© www.zoomedia.it - vanna innocenti - 13 maggio 2010
As soon as possible. L’accelerazione nella società contemporanea.
Nell'immagine, un momento della visita alla mostra con le spiegazioni di Franziska Nori, direttore e ideatore del progetto, sull'opera di Michael Sailstorfer (Germania, 1979) visibile sulla sinistra dell'immagine; Sailstorfer lavora sui temi dei rapporti interpersonali, sulla mobilità continua dell'uomo moderno, sulla relazione e il concetto di appartenenza. A partire da materiali, da oggetti e da luoghi quotidiani fa emergere una loro valenza artistica. Sailstorfer ha trasformato in opere d'arte sale d'aspetto di stazioni d'autobus, lampioni stradali o betoniere. Crea sculture che sorprendono e che ribaltano il senso usuale delle cose, mantenendone le chiare connotazioni legate alla loro originaria funzionalità trasporta però l'attenzione su un nuovo piano di riflessione. Sullo sfondo dell'immagine proposta dell'artista multimediale e scultore, Marnix de Nijs (Paesi Bassi, 1970) che indaga gli effetti della tecnologia sulle percezioni sensoriali e corporee. Costruisce dispositivi interattivi e ne rende pubblico è protagonista diretto allo scopo di costruire un legame tra la fisicità sensoriale del pubblico e il dispositivo realizzato; una sperimentazione dello strumento tecnico come un'estensione del proprio corpo e protesi da usare in modo intuitivo.

As Soon As PossibleA - Presentazione di Franziska Nori.

ASAP - nel minor tempo possibile. Questo acronimo in uso nella comunicazione quotidiana su Internet è diventato simbolo del nostro rapporto con la gestione del tempo. Tutto deve avvenire subito, o meglio, già ieri.

Il tempo è uno dei paradigmi che più caratterizzano l'epoca contemporanea. La nostra società è segnata da tempi lavorativi sempre più flessibili e da stili di vita sempre più individualizzati e pluralizzati. La tendenza all'accelerazione e all'attivismo ventiquattro ore su ventiquattro si riflette nella vita quotidiana sotto forma di fretta, mancanza di tempo, problemi di coordinamento tra i vari impegni. L'apparente scarsità di tempo e la sua conseguente preziosità come risorsa contraddistinguono la sfera economica e la vita quotidiana.

Accompagnata da fenomeni di compressione, continuità, deregolamentazione o individualizzazione, l'accelerazione rappresenta una delle tendenze principali del mondo occidentale, ma ormai di tutto il villaggio globale. Mobilità, informazione, economia, agricoltura, industria, istruzione, ma anche vita quotidiana e tempo libero: non esiste campo della società che non sia soggetto a un diktat temporale. Economia ed efficienza caratterizzano il rapporto con il tempo in tutti i settori della società, fino alla microeconomia dei sentimenti. Si deve lavorare e vivere in unità di tempo sempre più brevi. Perché questo funzioni, si cerca di evitare i tempi morti, di comprimere le attività, di fare più cose simultaneamente (l'espressione multitasking è ormai entrata nel linguaggio corrente).

Un aumento incontrollato dei ritmi di vita porta tuttavia le persone al loro limite fisico. Arriva un momento in cui le forze individuali e le risorse di tempo sono prossime all'esaurimento. Si arriva a un punto in cui il ritmo vitale non può più essere incrementato. Gli eccessi di velocità arrivano a rompere gli equilibri economici, ecologici, sociali e psicologici.

La crescita economica sollecita troppo la capacità di rigenerazione degli ecosistemi. L'accelerazione del traffico fa aumentare il numero degli incidenti, le emissioni o il bisogno di spazio ed energia. Gli ormoni della crescita aggiunti ai mangimi aumentano la morbilità degli animali. Il ritmo sempre più veloce delle innovazioni è fonte di stress per imprenditori e lavoratori. I costi degli infortuni dovuti alla stanchezza sono in costante aumento. E sono sempre più numerose le persone che si ammalano o cadono in depressione a causa delle condizioni di lavoro (la cosiddetta hurry sickness).

La recente particolare attenzione rivolta alla "lentezza" è un fenomeno che deriva da tutto ciò. L'invito a rallentare che si sente da più parti sembra infatti l'unica soluzione praticabile. A tavola, il motto slow food prende il posto di fast food. Le città si richiamano al valore di slow city. Persino la pubblicità ha scoperto la nostalgia della lentezza e nuovi tempi meno incalzanti. Ma cercare in un ritmo più lento la soluzione a ogni problema della modernità non è tutto. Per la parità tra i sessi o per i diritti civili, è meglio andare di corsa che pian pianino. La sostenibilità sociale e ambientale delle attività agricole e industriali deve essere attuata il più in fretta possibile, prima del collasso ecologico totale.

Ma come si vive nella società dell'accelerazione? Il tempo è denaro! Con il fattore tempo si deve avere un approccio razionale, in quanto anche qui vale il principio dell'economia: massimo rendimento per unità di tempo. Pingui guadagni attendono chi è più veloce della concorrenza o raggiunge tassi di crescita più alti.

Sono richieste reazioni flessibili, preparate puntualmente e attuate senza scarti e perdite di tempo. È necessaria la concentrazione sull'attimo, sul presente. La forma di identità dell'individuo strutturalmente adatta potrebbe essere definita "identità situativa". Il mio io si costruisce sulla base del contesto sociale in cui mi muovo di volta in volta, su come mi presento o mi comporto nelle singole situazioni. La vita quindi si frammenta, diventa episodica.

Estendendo il discorso alla collettività, la dinamica dell'accelerazione provoca una nuova strutturazione della società. In genere, chi ha tempo non ha denaro e chi ha denaro non ha tempo. Così la mancanza di tempo è promossa a status symbol. Chi ha troppo tempo a disposizione si sente escluso dal sistema, quasi anormale, e per questa emarginazione rischia patologie depressive.

Grazie alle conquiste della medicina il tempo della vita si è infatti notevolmente allungato, ma questo provoca la paradossale condizione della vita degli anziani: le risorse economiche non sono sufficienti e si diffondono solitudine e depressione. Ognuno possiede un determinato budget di tempo che è la sua vita, in cui deve entrare il tempo per il lavoro, il tempo per il riposo e il sonno, il tempo per la famiglia e gli amici. Oggi il tema più scottante è la distribuzione, che nella maggior parte dei casi si risolve con un prolungamento del tempo del lavoro. Il motto è: vivere più velocemente e morire più lentamente.

Anche la politica si mostra sempre più incentrata su particolarismi e non visioni d'insieme. Procede pragmaticamente, direbbe qualcuno, ma in realtà si muove a piccoli passi, incerta, senza saper riformare con ristrutturazioni graduali e complesse (basti pensare ai provvedimenti presi in merito all'ecologia o al sistema pensionistico).

Il numero delle decisioni necessarie cresce, ma le risorse temporali per ogni decisione si riducono: le conoscenze ci sono, ma la convertibilità in una realtà troppo complessa sembra pressoché impossibile.

Il capitalismo in sé è un'accelerazione delle modalità produttive. Nel Capitale, Karl Marx dice che il modo di produzione capitalistico è sempre in costante processo di ottimizzazione ai fini di aumentare la resa del lavoro. Una importante possibilità per accrescere la produttività è l'accelerazione del lavoro. Il motivo che spinge il singolo capitalista è la ricerca del plusvalore e in questo gli viene in aiuto il "flusso ininterrotto della scienza e della tecnica". La legge della concorrenza fa sì che la nuova velocità di produzione venga generalizzata. Mentre la società agricola era legata nei suoi ritmi alla natura e alla religione, con l'avvento della società industriale, con le innovazioni tecnologiche e le nuove necessità economiche, inizia la tendenza a far divergere i ritmi sociali da quelli della natura e a espandere nel tempo la vita economica e sociale (economia notturna, vita notturna).

Nella società dei servizi tutto ciò diviene sempre più accentuato.

Nel 1977 il filosofo francese Paul Virilio ha coniato il concetto di dromologia (letteralmente "scienza della velocità"), vedendo nella velocità la faccia nascosta della ricchezza e del potere e, di conseguenza, il fattore decisivo che definisce la società moderna. In quest'ottica, epoche storiche e avvenimenti politici si misurano principalmente secondo rapporti di velocità.

Secondo Virilio, tuttavia, la velocità annienta lo spazio e comprime il tempo. Nel saggio L'inertie polaire (1990), lo studioso francese sostiene che l'aumento dell'accelerazione è ottenuto mediante il flusso onnipresente di immagini che continuamente ci bombardano e ci influenzano senza sosta. Questa dinamica rende immobile lo spettatore in quanto, grazie allo schermo e alle immagini digitali, egli può essere potenzialmente onnipresente senza muoversi fisicamente.

Le persone diventano voyeur o, al massimo, comparse di una realtà ripresa dalle telecamere di sorveglianza.

Nel volume The Corrosion of Character: The Personal Consequences of Work in the New Capitalism (1998, ed. it. L'uomo flessibile. Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale, 1999), il sociologo americano Richard Sennett descrive gli effetti del nuovo "capitalismo flessibile" sulle persone: l'accelerazione dell'organizzazione del lavoro, le richieste di prestazioni sempre più elevate, la crescente precarietà dei rapporti di lavoro, la necessità di cambiare continuamente luogo di residenza. Tutto ciò, da un lato, provoca una perdita di senso di valori e virtù come fedeltà o senso di responsabilità, dall'altro produce la rinuncia al soddisfacimento immediato dei desideri ma anche al perseguimento di obiettivi a lungo termine.

La pressione sul singolo, che si manifesta anche in una diversa interpretazione del concetto di tempo, aumenta immensamente. A ciò si aggiunge una stretta sorveglianza dei processi di produzione ottenuta grazie ai moderni mezzi di comunicazione.

Tutto contribuisce a creare un'atmosfera di paura, di impotenza, instabilità e insicurezza in ampie porzioni della popolazione. In The Culture of the New Capitalism (2005, ed. it. La cultura del nuovo capitalismo, 2006), Sennett arriva a dimostrare una volta di più come la nuova cultura, scaturita dalla New Economy degli anni Novanta, generi cambiamenti profondi sul piano sociale, individuale e dell'organizzazione del lavoro. Sulla base di una analisi della struttura delle grandi imprese e delle richieste fatte ai lavoratori, Sennett arriva a parlare dell'avvento del "capitalismo dell'mp3", le cui parole d'ordine sono arbitrio e velocità.

Non si tratta più di imparare un mestiere e arrivare a padroneggiarlo. Il nuovo capitalismo richiede la capacità di adattarsi continuamente a situazioni sempre nuove.

I sociologi spiegano la mancanza di tempo partendo dall'origine sociale del tempo. Secondo questa interpretazione, il tempo non è una costante naturale ma una convenzione sociale, una invenzione dell'uomo per affrontare la vita. Il tempo è strutturato secondo avvenimenti collettivi e misurato in relazione a questi punti di riferimento secondo la necessità di sincronizzazione e coordinazione della vita sociale: riti, cerimonie, feste stagionali, mercati, raduni.

Se presso le cosiddette società semplici, dotate di piccoli gruppi fortemente coesi, è sufficiente un sistema cronologico qualitativo (quando il sole tramonta o il tempo che il riso impiega a cuocere), per le società più complesse, in cui si ingrandiscono e intensificano le relazioni commerciali e produttive tra diversi contesti geografici, sociali e culturali, si rende necessaria una sorta di "esperanto" cronologico: il sistema di riferimento astratto del tempo astronomico o del calendario, fino alla misurazione del tempo con gli orologi.

La nascita e il funzionamento dei sistemi cronologici (al pari della rispettiva coscienza del tempo), dunque, non seguono una legge della natura, ma sono frutto della organizzazione sociale del lavoro.

Gli effetti sulla vita quotidiana sono di vasta portata. Incalzata dalla fretta e da criteri di efficienza e razionalità, anche la vita personale di ognuno si adatta agli orari di lavoro del compagno, agli orari scolastici dei figli, agli orari di apertura delle infrastrutture dei servizi, alla frequenza dei mezzi di trasporto, ai programmi dei media, che, uniti a scadenze, termini, date prestabilite, generano una frammentazione del tempo. Ne deriva una condizione di pressione e di conflitto costanti tra le esigenze dei diversi settori della vita.

La mancanza di tempo è una nozione base della politica del tempo e non un semplice problema individuale che uomini, donne e bambini potrebbero controllare con una migliore autogestione.

La convenzione sociale del tempo nasce dunque dalla necessità di sincronizzazione e coordinazione della vita collettiva. Come scrive Norbert Elias nel suo Über die Zeit (1984, ed. it. Saggio sul tempo 1986), vi sono "fasi nello sviluppo delle società umane in cui gli uomini non hanno quasi alcun problema sociale legato al tempo, che richieda una sincronizzazione attiva tra le loro attività collettive e gli altri cambiamenti dell'Universo." Tuttavia, indipendentemente dal loro grado di sviluppo e prescindendo dal grado operativo, dal livello di sintesi cui le società hanno spinto lo sviluppo del tempo sociale, esso compare sempre come schema ordinatore dei processi fondamentali della vita.

In tal modo il tempo come costruzione della comunità, come struttura simbolica di senso, "si incontra in tutte le società, anche dove manca una esplicita nozione del tempo e le forme della coscienza e del calcolo del tempo variano fortemente; in altre parole, il tempo è una struttura di senso, un carattere strutturale delle società" (Werner Bergmann, Das Problem der Zeit in der Soziologie, in Kölner Zeitschruft für Soziologie und Sozialpsychologie, 1983).
Ogni cultura ha quindi le sue idee sull'essenza del tempo e una regolazione propria che la caratterizza, ma questa molteplicità del tempo è in pericolo. Il panorama del tempo nelle diverse società moderne è complesso e vario ma tende sempre più a uniformarsi.

Si può ormai affermare di assistere a una omogeneizzazione universale. Il mondo gira tutto allo stesso ritmo, quello dell'economia.

La molteplicità culturale del tempo, però, al pari della biodiversità negli ecosistemi, è una risorsa estremamente importante.

Multiculturalismo significa anche multitemporalità. La pluralità culturale del tempo deve dunque essere rispettata e, se necessario, protetta. Al pari dello spazio, il tempo è una categoria fondante di ogni forma di vita.

Al di fuori del tempo non c'è vita, non c'è cambiamento o evoluzione. Tutti gli ecosistemi sono caratterizzati da una stabilità dinamica, che prevede un continuo bilanciamento secondo precisi ritmi di rigenerazione. L'intervento dell'uomo della società dell'accelerazione altera tutto ciò. La limitatezza delle fonti di energia fossili, ad esempio, è il risultato dell'interferenza di velocità diverse. L'umanità sta bruciando in poco tempo tanto materiale fossile, quanto se ne è formato in processi durati milioni di anni, dimostrando che il modo di produzione capitalistico si scontra con i limiti naturali dell'ambiente nel sapersi rigenerare e trovare un proprio equilibrio.

Nello scenario accademico di oggi si è affermata anche una nuova disciplina, la politica del tempo. Essa si occupa del tempo come dimensione dell'agire sociale e politico che, nel dibattito in corso su qualità della vita e sostenibilità, va acquistando un'importanza crescente. Quella della politica del tempo è una prospettiva nuova, che guarda ai problemi sociali ed ecologici, a crisi e conflitti, con intento analitico e di sensibilizzazione. Rende visibile che le cause di queste problematiche vanno spesso ricercate in relazioni o cambiamenti di ordine temporale.

Come la politica sociale interviene sulle condizioni di vita, la politica del tempo prende le condizioni temporali del quotidiano (il tempo come risorsa, il tempo come mezzo culturale) quale oggetto di organizzazione consapevole e orientata sulla partecipazione.

Nella sua storia ancora breve, Internet è diventato non solo un mezzo di comunicazione e informazione sempre più di successo, ma il cuore stesso del mondo globalizzato. Attraverso la sua infrastruttura tecnica scorrono flussi di denaro internazionali o processi di controllo del commercio di beni e merci. E non solo l'economia, ma anche la scienza e la ricerca, la politica e la cultura si svolgono in misura sempre più crescente in Internet o attraverso Internet. In ogni caso, alla maggioranza dell'umanità l'accesso alle tecnologie dell'accelerazione rimane interdetto. Solo l'8% della popolazione mondiale dispone di un'automobile, il 3% di un computer, appena un quinto dell'umanità può utilizzare un telefono personale.

La velocità, dunque, è strettamente legata alla ricchezza, così come è elemento cruciale nel settore dell'informazione, il principale strumento di controllo dell'opinione pubblica. Nel giornalismo, che si serve dei mezzi di comunicazione di massa, si richiedono temi sempre attuali e notizie sempre più nuove e scottanti. Il giornalismo è avido di avvenimenti e si orienta su un presente permanente. Il canale televisivo americano CNN ha già da anni creato un modello comunicativo che esplicita chiaramente l'ansia di un costante aggiornamento sul presente in un tempo reale e simultaneo. Sullo schermo, oltre al reporter o al corrispondente, si vedono altre notizie scorrere in sovrimpressione e un eventuale ulteriore riquadro con altri contenuti.

Ancora più significativa ed espressiva è la dilagante ossessione per la comunicazione dell'attimo presente e per la conversazione in tempo reale tramite chat o social network. Twitter è la più veloce e immediata di queste nuove piattaforme: flussi incessanti di comunicazione di contenuti istantanei e quotidiani, privi spesso di una reale esigenza di informazione.

Poiché il tempo per una vera e propria riflessione si accorcia, aumenta di conseguenza l'incertezza e l'inesattezza delle informazioni e dei contenuti, mentre le conoscenze già acquisite si diradano, passano di moda e vengono sostituite a tempo accelerato. Poiché ogni certezza viene rapidamente messa da parte da innovazioni e nuove mode, progettare il futuro sembra particolarmente difficile e la promessa di flessibilità del tempo che le tecnologie digitali avevano garantito sembra non essere stata mantenuta.

Le opere degli artisti selezionati per "As Soon As Possible. L'accelerazione nella società contemporanea" sono espressioni sintomatiche di questa condizione del mondo presente, facendo emergere diverse modalità di affrontare le tematiche del tempo, della velocità, dell'accelerazione o di una controreazione a tutto ciò. La mostra crea pertanto un percorso capace di coinvolgere gli spettatori in esperienze spazio-temporali che evidenziano le contraddizioni della nostra società iperveloce.
Saggio di Franziska Nori nel catologo della mostra "As soon as possible" ed. Alias 2010.

As soon as possible. L’accelerazione nella società contemporanea.
La mostra è nella Strozzina, il sotterraneo di Palazzo Strozzi, in piazza Strozzi a Firenze ed è aperta in orario: 10.00 - 20.00 dal Martedì alla Domenica. Ingresso gratuito speciale il Giovedì dalle 18.00 alle 23.00. Lunedì chiuso.

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Mostre in Palazzo Strozzi

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Pagina pubblicata il 06-2010 - Aggiornato il 01-Ott-2010