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"PAOLO
GUBINELLI
L’OPERA SU CERAMICA"
Museo degli Argenti e
delle Porcellane
Palazzo Pitti
Firenze
15 ottobre 2008 – 4 gennaio 2009
"Paolo Gubinelli Opera
Grafica" dal 22 gennaio al 22 febbraio 2009
all'Istituto Francese di Firenze
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"Paolo Gubinelli ha recentemente presentato sue opere nella splendida
cornice del Castello di Lanciano, circondato da un parco secolare, nella
vallata marchigiana di Castelraimondo, intagliata, scavata e segnata di
alberi; approda ora a Firenze con i suoi “rilievi su ceramica” nel
Giardino di Boboli, dentro la Palazzina detta ‘del Cavaliere’,
circondata da un giardino di rose e di peonie,
aperta al rigoroso paesaggio toscano, segnato nei suoi crinali da cipressi.
Dentro ci sono le più belle porcellane d’Europa appartenute ai
Medici, ai Lorena, a Maria Luisa di Borbone, a Elisa Baciocchi e ai Savoia.
Dopo le prestigiose esposizioni degli anni scorsi delle ceramiche di Paolo
Staccioli, dei vetri di Roberto Fallani, e delle ‘memorie preziose’ impresse
nella scultura da Paola Crema, si presentano le ceramiche di Paolo Gubinelli
integrandole con l’allestimento del Museo, senza nulla togliere,
ancora una volta, alla sua riconoscibile immagine.
L’artista marchigiano
ha condotto la sua ricerca attraverso un’astrazione meditativa
personale, riducendo a sostanza immateriale la carta bianca e i cartoncini
bianchi e morbidi, li ha incisi con la lama e li ha piegati manualmente
con un effetto visivo pari a spazi luminosi e chiari, come ‘ arati’ nella
sabbia nei giardini zen, ha manipolato la carta trasparente e lucida,
ancora incidendola e piegandola ai suoi voleri di ‘costruttore’ di
strutture geometriche o di strutture libere, mai artificiose ma armonizzate
per gesti, segni e “incisioni appena avvertibili” – come
lui stesso ci ha spiegato.
Ha dipinto carte acquerellate con giustapposte successioni di colori
trasparenti e cristallini come l’acqua che – come ha scritto
il poeta Adonis (2008)- “ama dialogare con altra acqua” e le
ha delicatamente elaborate a comporre, talvolta, delicati e chiari monocromi.
Così ancora riesce a colorare, a incidere, a tracciare solchi e
a costruire ‘sezioni auree’ come forme spontanee create dalla
natura nella morbida terra, che si trasformeranno e diverranno poi, con
l’azione del fuoco, cristalline e trasparenti in piani immaginari
della circonferenza e del quadrato con impasti plastici e argillosi delle
ceramiche.
Acquarelli, graffiti su carta, piegature su carta trasparente e gli stessi
rilievi su ceramica si presentano come un insieme in cui non sono realmente
distinguibili figura e sfondo, mentre il disegno, quando compare, nonché la
struttura dei segni, innervano la superficie del ‘quadro’ come
impresso a rilievi.
Il colore non riempie nessuna forma decorativa, ma si contrappone con
elegante bellezza ad altri colori, facendosi esso disegno, figura e superficie
e la sua attività autografica diviene intelaiatura, rafforza la
struttura portante che si manifesta nell’idea di spazio ‘ vuoto’,
a rappresentare un valore spirituale piuttosto che un fatto formale,
da intendersi come qualità che connota ogni forma di riduzione
all’essenziale.
Ornella Casazza, Firenze, Luglio 2008
Direttrice del Museo degli Argenti e delle Porcellane
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