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Firenze

Forte Belvedere

La Fortezza di Santa Maria del Belvedere, realizzata tra il 1590 e il 1595 dall'architetto Bernardo Buontalenti per volontà del Granduca Ferdinando I dei Medici, figlio di Cosimo, nacque come costruzione militare ed aveva molteplici scopi: oltre a proteggere Palazzo Pitti, situato nella parte sottostante, e il lato meridionale della città, doveva essere simbolo della potenza Medicea e rifugio della famiglia granducale. Di questa celava anche il tesoro, custodito in un nascondiglio segreto ricavato nella collina in fondo ad un profondo pozzo all'interno della palazzina, a cui si accedeva soltanto tramite una ripida scala, protetto da una serratura che avrebbe fatto scattare una trappola mortale qualora qualcuno avesse cercato di forzarla senza sapere la giusta combinazione.
Il forte si inserisce nella parte più alta di Firenze, a cavallo tra la città e le colline oltre le mura d'Oltrarno. Alla stupenda articolazione delle piattaforme 'aeree' dei bastioni a più livelli, proiettate sui panorami urbani, o sulle colline a sud, corrisponde l'architettura della villa: non soltanto nella stupenda invenzione del doppio loggiato affacciato nelle due direzioni (che anticipa soluzioni palladiane), ma anche nell'articolazione delle sequenze degli ambienti interni, con sottili corrispondenze degli allineamenti di porte e finestre proprio in funzione delle visuali panoramiche. L'opera si completa poi nel disegno dei volumi e delle facciate di grande sicurezza figurativa soprattutto nei possenti e insieme raffinati particolari: come nelle altre opere del Buontalenti, la sua originalità si manifesta appunto nei dettagli.
L'irregolarità planimetrica dell'intera piazzaforte aveva lo scopo di offrire il minimo spazio di superficie vulnerabile alle artiglierie nemiche. Come ulteriore impedimento, i piani superiori erano accessibili solo attraverso un'unica entrata, una scala strettissima ricavata all'interno della muratura.
Composto da una palazzina centrale e circondato da spaziosi spalti, si collega mediante un sistema di passaggi, appartamenti, corridoi, ponti e giardini (in origine riservato soltanto alla Corte) con il Giardino di Boboli, Palazzo Pitti e, proseguendo nel Corridoio Vasariano, procede attraverso gli Uffizi fino ad arrivare a Palazzo Vecchio. Dunque è l'ultima tappa del "Percorso del Principe", commissionato nel secondo '500 da Cosimo al Vasari. Tale itinerario, oltre ad avere un compito pratico di facile e veloce collegamento tra i luoghi più importanti e rappresentativi di Firenze, simboleggiava soprattutto il potere assoluto acquisito dai Medici sulla città.

(Laura Bartali)

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Pagina pubblicata il 19 giugno 2003 - Aggiornato il 10-Mar-2015