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Firenze

Nuovo Museo dell'Opera del Duomo

21 ottobre 2015 immagini dell'anteprima nel Museo

- "Un Nuovo Grande Museo Europeo "
presentazione di Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
- Storia del Museo dell'Opera el Duomo di Firenze
- Aperto dal 29 ottobre 2015
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Visita al cantiere del 17 -12 -2014


©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 21 ottobre 2015
La Sala della Maddalena prende il nome dal capolavoro del primo Rinascimento scolpito per il Battistero tra il 1453 e il 1455 da un Donatello ormaia anziano. Giorgio Vasari ne "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori", edizione giuntina, 1568 ci dice: « Di mano di Donato è una Santa Maria Maddalena di legno in penitenza, molto bella e molto ben fatta, essendo consumata dai digiuni e dall'astinenza, intanto che pare in tutte le parti una perfezione di notonia, benissimo intesa per tutto». La statua in legno di pioppo bianco, fu dipinta e integrata con stoppa per i capelli e di gesso per alcune finiture.


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Timothy Verdon, Direttore del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze spiega e accompagna i giornalisti durante la visita in anteprima alla riapertura del Museo. Alle spalle del Direttore, in alto nell'immagine, si vede il gruppo marmoreo di scuola arnolfiana con Santa Reparata, San Zanobi e al centro la Madonna dagli occhi di vetro, ora ricollocato, come in origine, sulla porta centrale della ricostruita antica facciata. La lunetta dietro alla Madonna col Bambino come un tempo fa da sfondo alla scultura. La lunetta è realizzata in mosaico, alcuni studiosi lo considerano di tipo cosmatesco.


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Siamo nella Sala del Paradiso, la luminosità naturale che proviene dall'alto la caratterizza. Nell'immagine, sulla destra, la grande ricostruzione in scala 1:1 dell’incompiuta, trecentesca facciata del Duomo di Firenze, di Arnolfo di Cambio che vi operò dal 1296, con ricollocate le sculture originali. Sul lato sinistro, sulle pedane sovrastanti le porte bronzee del Battistero, si vedono i monumentali gruppi statuari del XVI secolo realizzati da Vincenzo Danti, Andrea Sansovino e Giovan Francesco Rustici.

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Una delle sculture originali ricollocate sulla facciata ricostruita.


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Rilievi scultorei originali provenienti dal Campanile di Giotto.

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La grande Galleria del Campanile di Giotto, al primo piano e lunga 36 metri, accoglie le 54 formelle che adornavano il campanile e le 16 statue a grandezza naturale realizzate per il Campanile di Giotto da Andrea Pisano, Donatello (i suoi profeti Abacuc, Geremia, il Profeta Imberbe e Il Sacrificio di Isacco) e collaboratori. Come si vede nell'immagine questa Sala presenta delle aperture, come quella al piano superiore delle stesse dimensioni, da cui si vede l’imponente modello della facciata arnolfiana del Duomo, in un continuo dialogo visivo.


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La Galleria delle Cantorie di Donatello e Luca della Robbia conserva i due grandi pergami realizzati tra il 1431 e il 1439 per il Duomo. Le due cantorie (balconati destinati a ospitare i coristi addetti ai canti liturgici) in origine erano poste sopra le porte delle due Sacrestie del Duomo. Luca della Robbia realizzò la cantoria che sormontava la Sagrestia delle Messe o Sacrestia Nuova. Donatello scolpì la seconda cantoria e sulla parete semibuia qual è quella sopra la porta della Sacrestia Vecchia o dei Canonici, operò con più difficoltà ma fece uno dei capolavori del primo Rinascimento.


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Accanto ad una sala ottagonale con i 25 rilievi dal coro cinquecentesco realizzato da Baccio Bandinelli si trova la sala dell’Altare d’argento che si vede sulla parete di fondo nell'immagine. La Sala offre le opere che facevano parte del “Tesoro del Battistero”. Protetti nelle teche laterali sono esposti i pannelli del parato di San Giovanni
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Particolare di uno dei ricchi ricami dei paramenti sacri esposti nella sala del “Tesoro del Battistero”.


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La Sala della Pietà ospita la Pietà di Michelangelo (1547-1555), una delle opere più misteriose del grande artista, forse destinata al suo monumento funebre e che Michelangelo in preda allo sconforto tentò di distruggerla a martellate. La Sala è stata realizzata nello spazio della vecchia sala di Bonifacio VIII ed è illuminata dall’alto attraverso un velario che simula la luce naturale in un interno. Un basamento centrale, ad evocazione di una mensa di altare, consente di apprezzare l’opera "in linea nella sua natura religiosa e in analogia alla collocazione immaginata da Michelangelo (6 marzo 1475 - 18 febbraio 1564).


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La Sala del Poccetti con il suo grande gruppo scultoreo conclude l'itinerario museale.


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Se avete dimenticato gli scorci panoramici dai terrazzi ... tornate, tornate subito indietro!

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Pagina pubblicata il 11 2015 - Aggiornato il 11-Mar-2016