Nuovo Museo dell'Opera del Duomo
- "Un
Nuovo Grande Museo Europeo "
presentazione di Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera
del Duomo di Firenze.
- Foto dell'anteprima del 21 ottobre 2015
- Storia del Museo dell'Opera
el Duomo di Firenze
- Aperto dal
29 ottobre 2015
- Visita
al cantiere del 17 -12 -2014
©www.zoomedia.it - vanna innocenti
- 21 ottobre 2015
Galleria della Cupola del Brunelleschi,
vista dall'alto, accoglie i modelli lignei del Quattrocento, tra
cui quello attribuito al Brunelleschi, materiali e attrezzi
dell’epoca
utilizzati per la costruzione della Cupola e la maschera funebre del
grande architetto. Due grandi modelli lignei della
Lanterna e della Cupola realizzati dall’architetto Franco Gizdulich
completano la sala.
Storia del Museo dell'Opera
del Duomo di Firenze
Il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze prende il nome dall’istituzione
omonima che ha più di sette secoli di vita. La sede museale
sorge sull'antica struttura dell’Opera del Duomo la
cui realizzazione fu affidata a Filippo Brunelleschi nel 1432, quattro
anni prima che
terminasse
la
Cupola del Duomo.
Il Museo vanta la più importante collezione
al mondo di scultura medievale e rinascimentale fiorentina con opere
di Donatello, Michelangelo
Buonarroti, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia, Arnolfo di Cambio,
Andrea Pisano, Antonio Pollaiuolo, Andrea del Verrocchio, Nanni di
Banco, Tino di Camaino, Andrea Pisano e molti altri ancora.
Nel museo
sono raccolte le opere eseguite per i monumenti del “Grande
Museo del Duomo” che, per motivi di conservazione o nel corso
di modifiche ed ammodernamenti, sono state rimosse dalla collocazione
originale.
Oltre alle sculture, il museo ha in collezione dipinti e opere di
oreficeria, progetti, modelli e disegni relativi al complesso monumentale,
libri
liturgici, paramenti sacri e suppellettili vari, insieme a reperti
archeologici e storici.
La sede dell’Opera di Santa Maria del
Fiore
Nel 1432, quattro anni prima del completamento della Cupola, l’Opera
del Duomo commissiona a Filippo Brunelleschi la nuova sede dei
magistrati che doveva contenere anche le opere rimosse dalla Cattedrale.
La nuova
sede fu dotata di un cortile, circondato da una tettoia a loggiato,
dove gli scultori e gli scalpellini lavoravano la pietra e proprio
in quest’ambiente Michelangelo scolpirà il David.
La ristrutturazione ottocentesca
e la nascita del Museo
dell’Opera
del Duomo nel 1981
Testimonianze seicentesche documentano come, nel corso dei secoli,
all’interno della sede dell’Opera del Duomo si era
andata costituendo un’eccezionale raccolta di statue, originariamente
destinate alla Cattedrale, mai poste in opera (come per esempio
il San Matteo di Michelangelo) oppure rimosse per il mutato gusto
estetico.
In particolare la demolizione nel 1587 dell’antica
facciata trecentesca del Duomo, aveva fatto affluire nei locali
dell’Opera del Duomo
moltissime statue, presto disperse, alienate o addirittura utilizzate
come materiale di reimpiego.
Nel disegno di B. Poccetti (1587 circa) l'antica facciata incompleta
del Duomo di Firenze
Un secolo dopo, nel 1688, in occasione
del matrimonio tra Ferdinando de’ Medici e Violante di
Baviera furono smontati i pannelli delle cantorie del Duomo
con i bassorilievi
di Luca della Robbia e di Donatello per ampliare le tribune
destinate ad accogliere il coro. Tuttavia, a differenza delle
sculture
trecentesche della facciata, troppo lontane dal gusto tra Sei
e Settecento, i pannelli
delle cantorie erano apprezzati quali opere di “valentissimi
maestri, e famosi” e per questo furono sistemati nella
sede dell’Opera,
dove rimasero fino all’Ottocento, diventando l’elemento
attorno a cui si sarebbe sviluppata la prima idea di un Museo.
Nel clima di rivalutazione ed apprezzamento storico-critico
della cultura artistica del primo Rinascimento, nel 1822 il
senatore
Giovanni degli
Alessandri, al tempo stesso Presidente dell’Opera e Direttore
delle Regie Gallerie denunciava le condizioni in cui versavano
i bassorilievi di Donatello e di Luca della Robbia (ammassati
alla rinfusa, occultati
dietro agli arredi degli uffici e malamente visibili) ottenendo
l’approvazione
granducale per poterle trasferire alla Regia Galleria delle
Statue insieme con altre opere. L’intenzione era di costituire
una collezione didatticamente esemplare della statuaria toscana.
Contemporaneamente
il senatore incaricava il giovane architetto Giovan Battista
Silvestri di studiare una proposta per il compimento della
facciata della Cattedrale.
Aveva così inizio la lunga vicenda delle proposte e
dei concorsi per la facciata di Santa Maria del Fiore che si
concluderà nel
1871 con l’approvazione del progetto di Emilio De Fabris.
L’esplorazione
sistematica del ricchissimo archivio dell’Opera
avrebbe prodotto nella seconda metà dell’Ottocento
una serie di studi fondamentali per la storia della Cattedrale
di Firenze
favorendo al tempo stesso la consapevolezza dell’eccezionale
valore della raccolta artistica posseduta dall’Opera
del Duomo.
E’ del 1871 il primo atto in cui l’Opera
afferma la volontà di
istituire un museo. Frattanto il recupero di alcuni frammenti
delle cantorie fa maturare la proposta di ricomporre integralmente
le due
opere, oggetto di una contesa tra il Museo Nazionale del Bargello
(dove nel 1870 erano state collocate) e l’Opera. A fronte
della proposta di rimontare le due cantorie nella grande sala
del Bargello, dove era
stato già trasferito il San Giorgio di Donatello, dapprima
Emilio De Fabris formulava la proposta di porle sulle pareti
laterali della
Cattedrale, poi nel 1885 Luigi del Moro (succeduto a De Fabris
nel cantiere della facciata e al tempo stesso direttore della
Delegazione
regionale per i monumenti della Toscana) redigeva il progetto
per un museo da realizzare nei locali dell’Opera, i cui
lavori furono iniziati solo dopo l’inaugurazione della
facciata della Cattedrale, avvenuta nel maggio 1887.
Il 3 maggio
del 1891 s’inaugurava così il primo nucleo
del Museo dell’Opera del Duomo che era composto da sole
2 sale espositive.
Dal dopoguerra al 2000
Nel 1998-2000, dopo un secolo dalla sua apertura avvenuta nel 1891,
il Museo è stato ampliato e adeguato dal punto di vista tecnico,
su progetto degli architetti Luigi Zangheri e David Palterer. I lavori
di ristrutturazione iniziati nel novembre del 1998 sono terminati
nel dicembre del 1999.
Nonostante l’aumento delle sale espositive,
il museo rimaneva con il limite della ristrettezza degli spazi
rispetto alle opere esposte, per questo nel 1997 l’Opera del
Duomo, in vista anche del rientro della Porta del Paradiso del Ghiberti
dopo il restauro, ha deciso di acquistare l’edificio settecentesco
attiguo al museo, Il Teatro degli Intrepidi, che con i suoi 3000
metri quadri avrebbe consentito il raddoppio degli spazi e la realizzazione
di un grande Museo dell’Opera.
Nel 2002 è stato indetto
un concorso di idee per l’ampliamento
del Museo che ha coinvolto quattro grandi nomi dell’architettura
internazionale (da cui è stato realizzato un libro ed una
mostra). Tra i partecipanti anche Adolfo Natalini a cui successivamente è stato
affidato l’incarico per la realizzazione insieme ai suoi
collaboratori Piero Guicciardini e Marco Magni.
©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 21 ottobre
2015
La superficie della parete del corridoio del museo incisa con i nomi
dei 516 artisti e architetti tra cui si ricordano: Arnolfo di Cambio,
Giotto, Tino di Camaino, Andrea Pisano, Taddeo Gaddi e Agnolo Gaddi,
Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti, Nanni
di Banco, Donatello, Michelozzo, Luca della Robbia, Paolo Uccello,
Andrea del Castagno, Antonio Pollaiolo, Alesso Baldovinetti, Andrea
del Verrocchio, Domenico del Ghirlandaio, Benedetto da Maiano, Lorenzo
di Credi, Giuliano da Maiano, Michelangelo, Jacopo Sansovino, Baccio
Bandinelli, Giorgio Vasari, Federico Zuccari, Santi di Tito, Bartolomeo
Ammannati, Bernardo Buontalenti, Coppo di Marcovaldo, Cimabue.