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FIRENZE

Teatro della Pergola

"Il Principe della Gioventù" - Note storiche

Opera Musical di Riz Ortolani
7 – 12 Dicembre 2010

Il 7 dicembre 2010 al Teatro della Pergola di Firenze il debutto
internazionale dell’Opera liberamente tratta dalla Congiura dei Pazzi


Il Principe della Gioventù: la locandina

FIRENZE, ANNUS DOMINI 1478

Nipote di Cosimo il Vecchio, il fondatore della Signoria medicea, Giuliano de’ Medici era il secondogenito di Piero il Gottoso e di Lucrezia Tornabuoni. Come il fratello Lorenzo, il futuro Magnifico, fu educato
secondo la più raffinata cultura umanistica, senza dimenticare il mondo degli affari, politici e finanziari, seguendo la tradizione della famiglia, che doveva al commercio le sue straordinarie fortune economiche.

Giuliano aveva appena 16 anni, e Lorenzo 20, quando il padre, morendo nel 1469, lì lasciò signori e padroni di Firenze, allora capitale finanziaria e culturale d’Europa, centro della nascente rivoluzione umanista che sarebbe passata alla storia come Rinascimento. Intellettuale raffinato, poeta, ma anche abile diplomatico e politico, Lorenzo aveva già dato brillante prova di sé nel governo repubblicano: nel 1466, giovanissimo, aveva fatto parte della Balìa e del Consiglio dei Cento. E prima di assumere la Signoria gli erano state affidate, con pieno successo, alcune missioni a Napoli, Roma e Venezia.

Nel 1468, grazie al diretto interessamento della madre, Lorenzo si fidanzò con la nobildonna Clarice Orsini, che sposò l’anno successivo. Da lei ebbe i tre figli Piero, Giovanni (il futuro Leone X), Giuliano e le quattro figlie Lucrezia, Maddalena, Luisa e Contessina. Per la prima volta un Medici si accasava con una nobile, stabilendo un’alleanza con la famiglia Orsini che avrebbe prodotto la prima porpora cardinalizia, proprio quella del figlio Giovanni. Per tutto ciò, Giuliano, non ebbe difficoltà a lasciare al fratello maggiore la guida della città preferendo, oltretutto, dedicarsi alle arti e alla scultura.

In piazza Santa Croce partecipò anche a un torneo, cantato dal poeta Agnolo Poliziano nelle Stanze per la giostra, disputando agli altri concorrenti, e vincendolo, un ritratto di Simonetta Vespucci. Era una delle donne più belle del Rinascimento, musa di Botticelli e Piero di Cosimo. Pare che tra lei e Giuliano ci fosse una storia di amor cortese, ma morirono entrambi molto giovani e lei lo precedette a soli 22 anni.

C’è che le lotte di fazione mai cessate, le ambizioni, le invidie e la stessa giovane età dei due rampolli medicei, favorirono la nascita di una radicale opposizione e di vari complotti per sbarazzarsi di quella che stava diventando una tirannide. La supremazia culturale di Lorenzo e il suo eccezionale mecenatismo non gli impedirono infatti di soffocare progressivamente libertà e istituzioni repubblicane.

Nel 1478 la famiglia Pazzi, con l’appoggio di Papa Sisto IV (un Della Rovere) e di altri regnanti, ordì la celebre omonima Congiura: la mattina del 26 aprile, durante la Messa nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, Franceschino de’ Pazzi e altri sicari uccisero a pugnalate Giuliano, appena ventiquattrenne. Lorenzo si salvò solo per miracolo.


©www.zoomedia.it - vanna innocenti - 3 dicembre 2010 - Riz Ortolani presenta: Il Principe della Gioventù

©www.zoomedia.it - vanna innocenti - Il Principe della Gioventù: costumi di scena nel Caffe del Teatro della Pergola

In quel momento Giuliano era molto innamorato della giovanissima figlia di un umile mercante, Fioretta Gorini che stava per dargli un figlio. Giulio de’ Medici nacque illegittimo nel 1478, un mese dopo la tragica morte del padre. Molti anni più tardi, nel 1513, lo zio Giovanni, ormai Papa Leone X, ne dichiarò solennemente la legittimità per matrimonio clandestino. Giulio poté così sfruttare la potenza medicea per divenire a sua volta cardinale e papa con il nome di Clemente VII.

Giuliano fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo e in seguito traslato nella Sagrestia Nuova progettata da Michelangelo. Sotto uno dei suoi capolavori, la Madonna col Bambino, riposa ancora oggi accanto al fratello. Durante una recente ricognizione sulle salme dei Medici (2004) furono ritrovati il suo teschio con un vistoso taglio sul cranio e porzioni dei suoi abiti ancora macchiati di sangue.

I Pazzi e gli altri congiurati finirono subito vittime di crudeli rappresaglie, torturati, trucidati e i loro corpi gettati in Arno. Franceschino fu impiccato alla Loggia dei Lanzi, davanti al Palazzo della Signoria. Tuttavia Lorenzo non poté vendicarsi dei veri organizzatori: Papa Sisto IV e suo nipote Girolamo Riario, allora signore di Imola. Girolamo, anzi, organizzò altri due complotti per eliminare i Medici dalla scena politica, ma fallirono entrambi.

Quanto al Papa, sdegnato per il trattamento riservato ai congiurati, scomunicò Lorenzo e si alleò con Ferdinando I di Napoli e con la Repubblica di Siena contro la stessa Firenze, alleata di Milano e di Venezia. L’alleanza fiorentina fu poi sconfitta dal Re di Napoli nella cosiddetta Guerra de’ Pazzi.

Nel 1479, immediatamente dopo la fine dell’assedio di Colle Val d’Elsa (che di fatto concluse le operazioni belliche), Lorenzo si recò a Napoli di persona per trattare con Ferdinando I, riuscendo nell’impresa di convincerlo delle sue ragioni e ottenendo il ritiro delle sue truppe dalla Toscana, staccandolo così dalla lega con il Papa. Al ritorno a Firenze, Lorenzo fu salutato come salvatore della patria. Nel 1480 Sisto IV, rimasto isolato, offrì la pace, mentre Riario, sfumata l’ipotesi di impadronirsi di Firenze, ottenne la signoria di Forlì.

Lorenzo approfittò di questi successi per rafforzare il proprio potere: istituì il Consiglio dei Settanta, una specie di parlamento formato però da fedelissimi della famiglia, che diminuì l’autorità dei Priori e del Gonfaloniere di Giustizia. Con il nuovo pontefice Innocenzo VIII i Medici si legarono ancora di più al papato. Il Magnifico si era infatti convinto che l’alleanza tra Firenze, Napoli e lo Stato della Chiesa avrebbe tenuto gli stranieri lontani dal suolo italiano.

In parte ebbe ragione, perché l’equilibrio politico che ne conseguì mantenne la pace in Italia fino alla sua morte, il 9 aprile 1492. Due anni dopo le truppe del re di Francia Carlo VIII invasero la penisola.

"Il Principe della Gioventù" - Note storiche sulla Congiura dei Pazzi

Alcune immagini dell'anteprima nella Basilica di Santa Croce con l'intonazione di alcune aree de Il Principe della Gioventù nel concerto: "Cinema poesia dell'Anima"
Diretto dal maestro Riz Ortolani

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Pagina pubblicata il 12-2010 - Aggiornato il 02-Dic-2010