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Giorgio Vasari
Arezzo, 30 luglio 1511 - Firenze, 27 giugno 1574

Giorgio Vasari nel suo libro Le vite de' più eccellenti pittori, scultori et architettori, pubblicato a Firenze nel 1550, descrive dettagliatamente questa tecnica

"Del dipingere in muro: come si fa e perchè si chiama lavorare in fresco.
Di tutti gli altri modi che i pittori faccino, il dipignere in muro è più maestrevole e bello, perchè consiste nel fare in un giorno solo quello che nelli altri modi si può in molti ritoccare sopra il lavorato. Era dagli antichi molto usato il fresco, et i vecchi moderni ancora l'hanno poi seguitato.
Questo si lavora sulla calce che sia fresca, né la si lascia mai sino a che sia finito quanto per quel giorno si vuol lavorare. Perchè allungando punto il dipignerla, fa la calce una certa crosterella pel caldo, pel freddo, pel vento e pe' ghiacci, che muffa e macchia tutto il lavoro.
E per questo vuole essere continovamente bagnato il muro che si dipigne, et i colori che vi si adoperano, tutti di terre e non di miniere, et il bianco di trevertino, cotto. Vuole ancora una mano destra resoluta e veloce, ma sopra tutto un giudizio saldo et intero; perché i colori, mentre che il muro è molle, mostrano una cosa in un modo, che poi in secco non è più quella.
E però bisogna che in questi egli abbia per guida sua una pratica più che grandissima, essendo sommamente difficile il condurlo a perfezione.
Molti de' nostri artefici vagliono assai negl'altri lavori, cioè a olio o a tempera, e in questo poi non riescono, per essere egli veramente il più virile, più sicuro, più resoluto e durabile di tutti gli altri modi, e quello che, nello stare fatto, di continuo acquista di bellezza e di unione più degli altri infinitamente. Questo all'aria si purga, e dall'acqua si difende, e regge di continuo ad ogni percossa.
Ma bisogna guardarsi di non avere a ritoccarlo co' colori che abbiano colla di carnicci, o rosso d'uovo o gomma o draganti come fanno molti pittori; perchè, oltra che il muro non fa il suo corso di mostrare la chiarezza, vengono i colori apannati da quello ritoccar di sopra, e con poco spazio di tempo diventano neri.
Però quegli che cercano lavorar in muro, lavorino virilmente a fresco, e non ritocchino a secco; perchè, oltre l'esser cosa vilissima, rende più corta la vita alle pitture, come in ogni altro luogo s'è detto."

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Pagina pubblicata il 1996 - Aggiornato il 15-Lug-2015