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N. 12 - 07 agosto 2003

Sommario:

Segnalazioni

Premi e Concorsi

Maze 2003

Tradizione dell'artigianato a Firenze e in Toscana:
- Periodo Arti e Corporazioni

Artigianato del Ferro a Firenze:
- Arte dei Fabbri
- Arte dei Corazzai e Spadai
- Arte dei Chiavaioli

L'Arte dei Corazzai e Spadai a Firenze

Erano iscritti in questa Corporazione i fabbricanti di oggetti di uso militare, quali elmi, visiere, corazze, guanti di ferro, spade, ottone per polvere da sparo, coltelli da guerra e ogni tipo di armi da difesa e da parata. Ai discepoli e ai garzoni al servizio di maestri forgiatori e brunitori era proibito esercitare la professione in proprio: erano iscritti alla Corporazione versando un prezzo ridotto. Oltre a loro, erano iscritti all’Arte anche i carbonai, poiché fornivano il carbone indispensabile alle fucine, e i pittori, che decoravano armi e armature.
Per Corazzai si intendevano i fabbricanti di corazze da guerra rigide secondo l’uso antico, o quelli che facevano lamine o piastre; vi erano poi altri artigiani specializzati invece nel costruire elmi, bracciali e ginocchiere.
Le armature erano un prodotto complesso da realizzarsi: occorreva cuoio bollito, maglia di ferro, tessuto, pelle e una piastra di metallo. Le prime armature, robuste e articolate agevolmente nei movimenti, furono di produzione italiana, dove venivano prodotte sfarzose armature in serie, di lusso e da giostra. Le armature pesavano circa trenta chili, distribuiti così da non intralciare la mobilità del cavaliere che la indossava. Ma oltre a queste, erano fondamentali del lavoro dei maestri spadai le armi: spade, pugnali, spadoni a due lame, mazze ferrate e coltelli da guerra, tutte di ottima fattura e più o meno cesellate. Le armi tipiche del cavaliere, dette armi onorevoli, erano spada, lancia, ascia, daga e pugnale: c’erano in via delle Lance fabbricanti e venditori di queste.
Nel Cinquecento i pezzi principali d’artiglieria erano chiamati col nome di animali infidi e pericolosi, come il dragone, i falconi, il basilisco, le poiane, per metterne in risalto l’aspetto di insidia inaspettata e improvvisa.
Per il commercio di armi era fondamentale il mercato: i mercanti commissionavano ai singoli artigiani fiorentini, e rivendevano poi i manufatti anche in terre molto lontane: fin dalla fine del XIII secolo si posero le basi di un prospero commercio basato sull’esportazione e sostenuto e finanziato dalle famiglie di banchieri quali Bardi, Acciaiuoli, Peruzzi. La pregio dei prodotti era rigorosamente controllato: il Comune di Firenze aveva stabilito la qualità e lo spessore dell’acciaio, da rifinire col migliore cuoio vitellino e bufalino, per salvaguardare chi avrebbe poi indossato l’armatura.
Riguardo alla nostra regione, dobbiamo ricordare la tradizione dei coltellinai di Scarperia, che resero la loro città il centro dell’attività dei coltellinai, fino ai giorni nostri. Data la sua posizione geografica, facilmente esposta agli attacchi, si é resa indispensabile un’attività del genere, anche se la nascita di questa tradizione é riferibile alla necessità quotidiana di strumenti da lavoro, soprattutto per l’agricoltura.
Nella produzione di coltelli, ruolo di fondamentale importanza era ricoperto dalla qualità della lama e dalle caratteristiche funzionali, mentre non si guardava molto all’estetica e alle rifiniture: tali coltelli infatti erano destinati al popolo, e venivano facilmente consumati, dovevano perciò essere strumenti utili e funzionali ma a basso costo.
Dal 1534 l'Arte dei Corazzai e Spadai si unì con quelle di Fabbri, Chiavaioli e Maestri di Pietra e Legname nell'Università dei Fabbricanti per far fronte al calo demografico di quel periodo, dovuto alla peste.

Laura Bartali
elaborato da
"Breve storia dei mestieri artigiani
La tradizione fiorentina"
di M.P.Lebole
Edifir Ed. Firenze 2003

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Pagina pubblicata il 7 08 2003 - Aggiornato il 03-Ott-2012