I primi capolavori
8 di marzo 1437 Fra Filippo è a Firenze,
un certo Jacopo di Filippo orafo si fa garante per lui su un
anticipo di 40 fiorini per la pittura della Pala dell'altare Barbadori nella chiesa
di Santo Spirito (oggi al Louvre). Nello stesso anno viene terminata
la cosiddetta Madonna di Tarquinia, eseguita per il cardinale Vitelleschi,
arcivescovo di Firenze dal 1435 al '37, uno dei primi punti fermi del
catalogo lippesco.
La fama del pittore è nel frattempo arrivata ai massimi livelli.
Il 1° aprile del 1438 Domenico Veneziano scrive una
lettera a Piero di Cosimo de' Medici raccomandandosi per la commissione
di una tavola d'altare
che Cosimo vorrebbe far dipingere e assicurando di poter mostrare la sua
abilità, non inferiore a quella del Lippi (che è "bon
maestro") e dell'Angelico.
L'anno successivo è lo stesso Lippi a scrivere a Piero de' Medici,
cercando affannosamente di ottenere denaro e cibarie in cambio di una sua
tavola ancora incompiuta, essendo egli "uno de' più poveri
frati che sia in Firenze", con sei nipoti fanciulle da marito, inferme
e incapaci di lavorare. Il dipinto è probabilmente il San
Gerolamo in penitenza citato nell'inventario mediceo del 1492
e oggi nel museo di Altenburg. Il bisogno continuo di denaro, la lentezza
nel consegnare le opere commissionate, una certa propensione per le donne
e la vita sregolata segneranno continuamente la vita di Fra Filippo, facendone,
al contrario dell'Angelico, un personaggio
molto discusso. Già dal '39, ad esempio, è probabile che
non abitasse più nel convento del Carmine ma avesse casa per conto
suo.
Come pittore, però, è stimatissimo, e le sue opere vengono
richieste da famiglie di alto livello come i Martelli, legati ai Medici:
per loro, che detengono il patronato della Cappella degli Operai
in Santo Spirito, dipinge verso il 1440-42 una Annunciazione che passa attraverso
il modello della 'Annunciazione Cavalcanti' di Donatello
in Santa Croce e che dimostra come la cultura figurativa dell'artista non
si sia fermata
agli esempi della pittura ma sia stata molto sensibile anche alle novità proposte
dalla scultura.
Fra il 1439 e il '47 realizza una altro capolavoro, la cosiddetta Incoronazione
Maringhi degli Uffizi, commissionata dal canonico Francesco Maringhi
per l'altar maggiore di Sant'Ambrogio. La grande pala diventa subito uno
dei
dipinti più ammirati della città, come attestano i molti
disegni che gli artisti del tempo hanno tratto da ogni singola parte della
vasta e ricchissima composizione. Per questa tavola Fra Filippo sarà pagato,
compresi i materiali, ben 1.200 fiorini. Accanto a lui, i documenti citano
almeno tre aiutanti fra cui il giovane Fra Diamante, poi suo strettissimo
e fraterno collaboratore per il resto della vita.
Nel frattempo, risulta che Fra Filippo abbia dipinto la cassa per le esequie
di Sant'Andrea Corsini (1440), lavorato per il convento delle Murate (1443,
'Annunciazione' della Alte Pinakotek di Monaco) e per la Cancelleria del
Palazzo dei Signori (pagamento del 16 maggio 1447: il
documento è citato
da Filippo Baldinucci ma oggi è perduto). Ai lavori eseguiti per
Palazzo Vecchio appartiene quasi certamente la Apparizione della
Vergine a San Bernardo oggi alla National Gallery di Londra, che nella forma anomala
denuncia la sua destinazione a sovrapporta.