Il cantiere di Spoleto
Nel 1466 Filippo è già al lavoro
nel cantiere di Spoleto. L'Opera del Duomo di quella città lo
incarica di affrescare con Storie della Vergine la
Tribuna della Cattedrale e già l'8
febbraio del '66 il pittore riceve denaro per pagare oro
e azzurro;
il 2 luglio però non è ancora
al lavoro e l'Opera paga 50 fiorini per portarlo a Spoleto.
Il 1° ottobre
vengono spesi altri 50 ducati ma invano; in novembre e dicembre lo si cerca
a Firenze e Prato ma senza trovarlo.
Come già gli affreschi di Prato, anche l'impresa spoletina è destinata
a subire ritardi causati dalla discontinuità del pittore che, sempre bisognoso
di soldi, continua a tenersi impegnato con la committenza pratese e pistoiese.
Il 18 maggio del 1467 consegna infatti un Paliotto alla Compagnia dei Preti
della Trinità di Pistoia.
Ad aprile, comunque, il Lippi ha preso a Spoleto una
casa con orto e il 13 maggio si ha la prima menzione del figlio Filippino per
la spesa di un paio di calze: il padre evidentemente lo ha portato con sé come
apprendista. Nello stesso mese si alzano in Duomo i primi ponteggi anche se
l'inizio dei lavori, con Fra Diamante come collaboratore principale, sembra
sia avvenuto
solo nel settembre 1467.
Siamo al 1468, Lippi riceve il pagamento per la Circoncisione
dello Spirito Santo di Prato (e pare che usi il denaro per comprare un'altra
casa a Prato),
ad aprile
si ammala e deve tornare nuovamente in Toscana. A novembre si registra lo
spostamento dei ponteggi nell'abside di Spoleto: finita la grande 'Incoronazione
della
Vergine' nel catino si scende alle pareti per affrescare le tre 'Storie';
ma il 2 dicembre
il pittore è di nuovo malato e sembra aver ricevuto la visita di Antonio
Pollaiolo.
Dal luglio 1469 i pagamenti per
gli affreschi di Spoleto riportano anche il nome di Filippino, ormai dodicenne.
La ripresa è di breve durata: fra l'8 e il 10 di ottobre Filippo
muore.
Viene sepolto nel Duomo di Spoleto, di fronte alla porta maggiore. In seguito,
per interessamento di Lorenzo il Magnifico, il figlio Filippino disegnerà il
sepolcro di marmo con il busto a rilievo e un epitaffio dettato da Agnolo Poliziano.
Gli affreschi della Tribuna saranno conclusi il 23 dicembre, per un costo
complessivo di 700 ducati, dei quali 511 consegnati a Filippo, 137 a Fra
Diamante e 48
versati in più volte a Filippino dopo la morte del padre.
"
Fu fra Filippo molto amico delle persone allegre e sempre lietamente visse -
scriverà di lui il Vasari - Delle fatiche sue visse onoratamente e straordinariamente
spese nelle cose d'amore, delle quali del continuo, mentre che visse, fino alla
morte si dilettò".