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RICORRENZE

61° Anniversario della Liberazione Italiana: 25 Aprile 2006

Programma, immagini in palazzo Vecchio e orazione ufficiale di Miriam Mafai

Miriam Mafai al tavolo durante l'orazione
©www.zoomedia.it - vanna innocenti
Miriam Mafai

Orazione ufficiale del 61° Anniversario della Liberazione di Miriam Mafai
"Noi celebriamo oggi insieme due date, il 25 aprile e il 2 giugno: il giorno della Liberazione e quello che, vide gli italiani e, per la prima volta anche le italiane votare per scegliere tra Monarchia e Repubblica e darsi una nuova Costituzione.

Di quegli avvenimenti che risalgono ad oltre 60 anni fa, noi, o meglio molti di noi qui presenti, siamo gli ultimi testimoni. E' giusto dunque dare a noi la parola, ma spetta a noi evitare il pericolo del reducismo, della nostalgia quasi quell'Italia di sessant'anni fa fosse, a differenza di quella di oggi, un paese tutto unito attorno agli ideali della Resistenza e della Repubblica.

Non era così. Anche quell'Italia era divisa.

Basti, a ricordarlo il fatto che da Roma in giù, persino nella nostra capitale fu la Monarchia compromessa con il fascismo e non la Repubblica, a raccogliere il 2 giungo del 1946 la maggioranza dei consensi.

La nostra storia è una storia complessa, lacerata, divisa. Come la storia del resto di tutti i paesi d'Europa, la cui unità è frutto di lotte e divisioni anche assai aspre.

Ma tutte le grandi nazioni democratiche oggi si reggono su una salda memoria e condivisone della propria storia. Valga per tutti l'esempio della Francia che celebra unita il suo 14 luglio e la memoria della grande Rivoluzione che non fu certo meno tragica e dolorosa della nostra Resistenza.

Da noi questo processo di unificazione della memoria e della storia, attorno al nucleo essenziale della Resistenza al fascismo non è ancora, a sessant'anni da allora, del tutto compiuto. Ha conosciuto momenti di forte condivisione.

Ricorderò in questo senso gli eventi del luglio 1960 e la battaglia contro il governo Tambroni sostenuto alla Camera dai voti dei fascisti.
Ma anche, in anni recenti, fasi di appannamento e oscuramento.
Basterebbe ricordare in questo senso. La programmatica assenza in tutti questi anni dell'onorevole Berlusconi dalle cerimonie in memoria del 25 aprile.

Non saremo mai abbastanza grati, invece, al presidente Carlo Azeglio Ciampi che con autentica e tenace passione si è adoperato, nel suo lungo settennato per esaltare la memoria e l'importanza della battaglia antifascista e della Resistenza.

Il 25 aprile, che oggi celebriamo insieme è e resta, come ci ricorda il presidente Ciampi, la data cardine nella nostra storia di cui essere orgogliosi.

La Resistenza, l'Insurrezione, il 25 aprile segna nel nostro paese. La sconfitta della dittatura fascista e della occupazione tedesca rende possibile la vittoria della Repubblica e la convocazione di una Assemblea Costituente che disegnerà i caratteri fondamentali della nostra democrazia.

Ed è per me motivo di soddisfazione e di orgoglio celebrare questa data qui a Firenze, la prima città d'Italia nella quale la liberazione fu, nell'agosto del 1944, opera dei fiorentini stessi, dei patrioti della città e dei partigiani discesi dai monti.

Onore dunque a quelle bandiere, ai protagonisti e ai reduci di quelle battaglie, agli ultimi testimoni di quelle drammatiche vicende, che vedo qui presenti.

La nostra Costituzione è il frutto di quella Resistenza, frutto di un compromesso, certamente, tra uomini e donne di diverso orientamento politico, ma di un compromesso alto, nel senso più vero della parola: compromesso come "promettere insieme".

E agli italiani ed alle italiane venne promessa, e garantita, con quella Costituzione una società democratica nella quale a tutti, uomini e donne fosse data la possibilità di vivere insieme sotto il segno della uguaglianza, la democrazia, la libertà.

Una Costituzione che porta questo segno, nata da tante battaglie e sacrifici non può essere modificata solo da una parte politica, foss'anche maggioritaria.
Ci sono diritti e principi che non possono essere sottoposti a votazione.
E tra questi c'è l'unità del nostro paese, frutto di tante lotte e sacrifici.
E, con l'unità del paese, l'uguale trattamento dei cittadini dovunque la sorte li abbia fatti nascere.

La cosiddetta "devolution" votata nel corso dell'ultima legislatura sotto il ricatto della Lega attribuisce invece alle singole regioni legislazione esclusiva su una serie di materie tra cui la sanità e la scuola, con un evidente rischio di creare cittadini che godranno di maggiori o minori diritti e possibilità a seconda delle regioni alle quali appartengono.

Anche per questo, mentre celebriamo il 25 aprile e il 2 giugno, date fondative della nostra unità nazionale e di quella Costituzione di cui siamo giustamente orgogliosi chiediamo agli italiani di respingere con il loro voto il prossimo giugno, quel tentativo di rottura dell'unità nazionale del principio di uguaglianza che furono l'esito migliore della nostra Resistenza."
Fonte : Comune di Firenze

Miriam Mafai
©www.zoomedia.it - vanna innocenti
25 aprile 2005 - Miriam Mafai

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Pagina pubblicata il 11-04-2005 - Aggiornato il 17-Apr-2009