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"De
Chirico Max Ernst,
Magritte e Balthus. Uno
sguardo nell'invisibile"
a
Firenze, in Palazzo
Strozzi.
Aperto fino al 18 luglio 2010, un percorso artistico con
100 capolavori, provenienti da collezioni
private e importanti
musei del mondo, (un particolare di "Deux
soeurs - Due sorelle" di
Ernst del 1926, prestito della Menil Collection e le immagini di questa
pagina ne sono esemplificazine) descrive l'opera di
De Chirico e l’arte
metafisica e surrealista.
A Palazzo
Strozzi sono riunite opere
del periodo metafisico di De Chirico, dipinti di Carrà e
Morandi, capolavori di René Magritte, Max Ernst e
Balthus. Con i quadri, sono presentate
opere
significative degli artisti: Niklaus Stoecklin, Arturo Nathan,
Pierre Roy e Alberto Savinio, cioè quegli artisti
che si mossero sulla strada aperta da De Chirico nell'ambito
espressivo
posto a
ponte
tra
Metafisica,
Realismo Magico, Surrealismo e Neo-Romanticismo.
L'iniziativa spiega la vita artistica di Giorgio de Chirico
e, contemporaneamente, presenta l'influenza che la sua
pittura trasmise ad alcuni filoni dell’arte
moderna e in particolare a pittori quali Carrà,
Morandi, Max Ernst, Magritte e Balthus.
La
mostra, dedicata
a De Chirico ed i suoi rapporti nell’arte del XX secolo
e nelle l’esperienze
dei movimenti artistici dell'Europa tra le due guerre, dal
Dada al Surrealismo, dal Realismo Magico al Neo-Romanticismo, invita
a riflettere sui temi degli spazi e dei sogni. Durante la
visita non mancano esperienze associate alla visione delle
opere d’arte
e alle suggestioni provocate dai quadri allo spettatore. Un percorso
dedicato alle famiglie ed ai bambini prevede l'esplorazione
psicologica, speciali didascalie e una sala interattiva
per un viaggio
nel mondo dei sogni, degli spazi e delle paure.
Il sottotitolo della rassegna: "Uno sguardo nell’invisibile",
prende spunto da un’affermazione di Giorgio de Chirico, quando,
all’inizio
del suo percorso scrisse che lo scopo della pittura non doveva essere
di riprodurre
più o meno bene ciò che già vediamo in natura, ma
soprattutto "far
vedere ciò che non si può vedere". Non solo, quindi,
trasferire e ricreare emozioni, ma indurre nello spettatore, attraverso
un sofisticato
sistema di selezione e di riproduzione delle immagini, le stesse intuizioni
sperimentate dall’artista sul significato profondo del mondo e
delle cose.
A Firenze, nell’ottobre del
1909, il ventunenne De Chirico: "Durante
un chiaro pomeriggio d'autunno ero seduto su una panca
in mezzo a piazza
Santa Croce ... Ebbi allora la strana impressione di
vedere tutte quelle cose per la prima volta. E la composizione
del quadro apparve al mio spirito; e ogni volta che guardo
questo quadro rivivo quel momento. Momento che tuttavia è
un enigma per me, perchè è inesplicabile".
Fu "una rivelazione
per il mondo intero" questa "rivelazione fiorentina" di
De Chirico sul
misterioso rapporto che intercorre fra le cose che appaiono e il loro
significato, sugli aspetti enigmatici e
inesplicabili dell’esistenza
e del mondo. Emozioni e significati che saranno poi tradotti nelle
forma plastiche nei suoi celebri “enigmi” degli
anni Dieci e negli inquietanti accostamenti iconografici degli anni
Venti... (vedi il vademecum della mostra).
La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica Italiana, con il Patrocinio del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero
degli Affari Esteri, ed è promossa e realizzata dalla
Fondazione Palazzo Strozzi con il sostegno del Comune, della
Provincia e della Camera di Commercio di Firenze
con l’ Associazione
Partners Palazzo Strozzi, con la collaborazione di Soprintendenza
PSAE e per il Polo Museale
della città di Firenze e con l’Archivio dell’Arte
Metafisica di Milano. |