Musica sacra a Firenze - XI edizione
29 marzo - 8 settembre 2007 - Cattedrale di Santa Maria del Fiore
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Tutti
gli appuntamenti di O flos colende si
svolgenno nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore ad ingresso
gratuito
Il
Programma dell'edizione 2007
Mercoledì 16maggio, ore 21.15
Concerto d’inaugurazione del restauro del grande
organo Mascioni
in collaborazione con la Fondazione Accademia di Musica
Italiana per Organo di Pistoia
JEAN GUILLOU (1930)
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Concerto d’inaugurazione del restauro del
grande organo Mascioni
in collaborazione con la Fondazione Accademia di Musica Italiana per Organo di
Pistoia
JEAN GUILLOU (1930)
Sagas,op.20,n.1,4,6 Improvvisazione su un
tema dato
CÉSAR FRANCK (1822-1890) Choral n.3 in La minore
MODEST
PETROVIC¹ MUSORGSKIJ (1839-1881)
Quadri di un’esposizione
trascrizione
per organo di Jean Guillou
Promenade (“Passeggiata”)
Gnomus
[Promenade (“Passeggiata”)]
Il vecchio castello
[Promenade
(“Passeggiata”)]
Tuileries. Dispute d’enfants après jeux (“Tuileries.
Litigio di fanciulli dopo i giochi”)
Bydfo (“Carro”)
[Promenade(“Passeggiata”)]
Ballet des poussins dans leur coques (“Balletto dei pulcini nei
loro gusci”) Samuel Goldenberg und Schmuÿle. Deux juifs
polonais, l’un riche et l’autre pauvre (“Samuel Goldenberg
e Schmuÿle. Due
ebrei polacchi, l’uno ricco e l’altro povero”)
[Promenade (Passeggiata)]
Limoges, le marché. La grande nouvelle (“Limoges, il mercato.
La grande notizia”)
Catacombae. Sepulcrum romanum (“Catacombe. Sepolcro
romano”)
La cabane sur des pattes de poule. Baba-Jaga (“La
capanna sulle zampe di gallina. Baba-Jaga”)
La Grande Porte de
Kiev (“La
Grande Porta di Kiev”)
Jean Guillou organo
Jean Guillou, organista di Saint-Eustache a Parigi, è prima
di tutto un compositore la cui fama è stata spesso oscurata da quella
di brillante esecutore. Massimo erede della grande tradizione organistica
francese del Novecento – ha studiato con M. Dupré, M. Duruflé e
O. Messiaen – è oggi l’interprete d’organo più celebrato
per il repertorio tardoromantico e novecentesco. All’Università parigina
della Sorbona è stata recentemente discussa una tesi dal titolo
Rhétorique et Dramaturgie dans l’ œuvre musicale
de Jean Guillou, in cui l’autore, J. Ph. Hodant, studiando in
particolare tre composizioni (La chapelle des abîmes, Judith-symphoniee
Hyperion ou la Rhétorique du Feu), dimostra come l’arte
di Guillou consista nel creare un’autonoma retorica musicale paragonabile
a quella letteraria, quasi una sorta di narrazione che procede per gesti
drammatici particolarmente
evocativi. In questo senso Guillou si pone l’obiettivo di costruire
un nuovo repertorio organistico che esplori tutta la complessa e variegata
natura dello strumento. In tale ottica Guillou ha progettato nuovi organi,
come quelli dell’Alpe d’Huez, quello della chiesa di Chant
d’Oiseau
a Bruxelles, quello del Conservatorio di Musica di Napoli e quello della
Tonhalle di Zurigo. La sua concezione dell’organo è espressa
nel volume L’Orgue, Souvenir et Avenir, pubblicato a Parigi
nel 1978 e oggi alla terza edizione. Vi è ripercorsa l’intera
storia dell’organo, dall’antichità fino
al suo nuovo progetto per la sala dei concerti di Tenerife, dove è stato
realizzato un organo diviso in otto casse e dodici corpi sonori, suonabile
da una consolle a quattro manuali o anche da dodici organisti. Dal 1970
tiene regolarmente corsi d’interpretazione a Zurigo, dove giungono
allievi da tutto il mondo. Come pianista ha inaugurato il pianoforte Doppio
Borgato
al Teatro Olimpico di Vicenza e all’Opéra royal di Versailles
nel 2002. Sempre nel 2002 ha diretto la prima esecuzione del suo Colloque
n. 7 per piano e organo in occasione dell’inaugurazione della
Sala della Filarmonica di Dortmund. Ha inoltre scritto cinque concerti
per organo
e
orchestra e
molti lavori per organo e altri strumenti. La Philips ha rieditato tutti
i suoi lavori degli anni sessanta e settanta in nove CD. Come interprete,
Guillou ha fra l’altro inciso l’opera omnia di J.S.Bach.
Il
programma si apre con tre delle sei Sagas composte da Guillou
nel 1970. Sono brani
evocativi che intendono “raccontare” qualcosa, al modo delle
antiche saghe scandinave. Nella n. 1 è lo strumento che sembra
svegliarsi da un sogno, mentre sopra uno staccato di pedali vari registri,
come il
cornetto o il cromorno, recitano i loro melismi, per concludersi nuovamente
in un’atmosfera
sognante. La saga n. 4 sviluppa un particolare lirismo narrativo, interrotto
nel mezzo da un impeto distruttivo che lascia spazio a un momento di
pura narratività, concludentesi nella memoria del grande pericolo
sopraffatto dal candore. La n. 6, infine, sviluppa un tema il cui incessante
ritmo a rimbalzo
conduce ad una sorta di apologetica acclamazione.
César Franck è considerato
il massimo rappresentante della scuola organistica francese di fine
Ottocento. Organista per decenni della chiesa di Sainte-Clotilde, dotata
di un grande organo
Cavaillé-Coll, fu autore anche di musica sinfonica, cameristica
e sacra nonché apprezzatissimo docente d’organo al Conservatorio
parigino. Fra le sue composizioni organistiche più note, il
Choral in La minore, terzo di una breve ma intensa silloge, fu composto
da Franck
nell’ultimo anno di vita e rappresenta una sorta di testamento
spirituale del maestro, grande ammiratore dell’opera di J. S.
Bach. I due temi musicali su cui è costruito il brano sono infatti
chiaramente ispirati al linguaggio organistico bachiano: il primo,
un febbrile arabesco
toccatistico,
il secondo, un pacato motivo di corale religioso.
La trascrizione organistica
che Guillou ha approntato dei popolari Quadri di un’esposizione del
compositore russo Modest Musorgskij è un capolavoro del genere.
Scritti per pianoforte nel 1874 in dedica all’amico etnografo
e archeologo Vladimir Stasov, sono quindici brani ispirati ad una
mostra di disegni, acquerelli
e schizzi di Viktor Hartmann, organizzata da Stasov per commemorare
la recente scomparsa dell’artista. Musorgskij visitò la
mostra traendone ispirazione per dieci brani illustranti altrettanti
lavori
pittorici cui
aggiunse cinque “passeggiate” che collegano fra loro
alcuni dei brani. Il ciclo è stato orchestrato da numerosi
compositori, fra cui Maurice Ravel, a sottolinearne il favore e l’interesse
incontrato presso il pubblico di ogni dove. La versione organistica
di Guillou è un
lavoro ambizioso necessariamente destinato a organi di notevoli dimensioni,
che, dotati di migliaia di canne producenti una grande varietà di
timbri, sono in grado di competere con l’orchestra sinfonica,
com’è il
caso del grande strumento di Santa Maria del Fiore.