Liberazione di Firenze - Testi: "Firenze
ferita, 4 agosto 1944"
Il volume "Firenze ferita, 4 agosto 1944" è stato
presentato nella Sala di Lorenzo in Palazzo Vecchio per
le celebrazioni del Sessantesimo Anniversario della Liberazione il
due agosto 2004.

Presentazione nella Sala di Lorenzo © www.zoomedia.it 2004
Alla presentazione con i curatori del libro Luca Giannelli e Massimo
Tarassi, hanno partecipato: il presidente del Consiglio Comunale
Eros Cruccolini, Valdo
Spini,
presidente del Circolo Rosselli e Ivano Tognarini,
presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Presente
anche il precedente presidente del Consiglio Comunale Alberto Brasca,
Presidente del comitato organizzatore delle celebrazioni per il sessantesimo
anniversario
della Liberazione.
Il
testo tramanda il ricordo dei fatti drammatici del 3-4
agosto 1944 della storia di Firenze, quando, i tedeschi in ritirata
distrussero i ponti sull'Arno per rallentare l'avanzata degli alleati.
Unico rimasto in piedi il Ponte Vecchio, il ponte simbolo di Firenze,
che fu risparmiato a carico della totale distruzione delle vicine costruzioni
e delle vie di accesso al ponte.
Il volume raccoglie, tra l'altro, 119 opere
a colori, disegni e dipinti di 21 artisti; Annigoni, Galileo Chini,
Granchi, Michelacci, Berti fino ai disegni
dell'architetto Zumkeller. Le opere realizzate dai primi giorni
successivi
al tragico evento, fino agli anni 1950 testimoniano
il dramma vissuto da Firenze in quei giorni, e contemporaneamente lo
sforzo
tenace per
la ricostruzione.

Consultazione di "Firenze ferita, 4 agosto
1944" © www.zoomedia.it
2004
Valdo Spini spiega: "Allora si scrisse
una pagina fondamentale della storia della Resistenza italiana,
Firenze è stata la prima città del nostro
paese a essere stata liberata dai partigiani e dal CNL. Un obiettivo
raggiunto
a caro prezzo sia in termini di vite umane che di patrimonio
artistico e culturale. Questo libro è la testimonianza di come,
anche in un momento così drammatico, Firenze abbia saputo trovare
la forza di reagire, di come sia riuscita a fare arte anche dalle
sue disgrazie".
Vanna Innocenti