Signori
di Maremma, élites etrusche fra Populonia e il
Vulcente
Introduzione: "L'età dei principi
d'Etruria"
"SIGNORI DI MAREMMA - Elites etrusche fra Populonia e il Vulcente" - Fibula
a drago (Fibula Corsini), in argento fuso, oro laminato e polvere d’oro
con decorazione a paperelle ed elementi a sfera, secondo quarto del VII sec.
a
C., da Marsiliana
d’Albegna, circolo della Fibula, conservata al Museo Archeologico Nazionale
di
Firenze.
Toscana. Itinerari
Archeologici in Maremma
I SIGNORI DI MAREMMA - Elites etrusche fra
Populonia e il Vulcente, è al Museo Archeologico e d’Arte
della Maremma, dal 14 giugno al 31 ottobre 2009.
L'iniziativa sulla
civiltà etrusca è del Comune di Grosseto
in collaborazione
con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana con il sostegno
dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Regione Toscana,
mette in relazione la mostra con il territorio e dà la possibilità di
visitare le aree di provenienza dei reperti archeologici per approfondirne
la conoscenza.
La
mostra è curata
da Carlotta Cianferoni, vice Soprintendente per i Beni Archeologici
della Toscana e
Simona Rafanelli, direttore del Museo Civico Archeologico I. Falchi
di Vetulonia, con i contributi di importanti studiosi tra i quali
Giovannangelo Camporeale.
Nell’esposizione trovano posto oltre duecento reperti
provenienti dai siti archeologici della Maremma, conservati per la maggior
parte nei depositi
del Museo
Archeologico Nazionale di Firenze, poco conosciuti e mai
esposti al pubblico.
Reperti unici che narrano
la vita e la morte dei Signori di Maremma, i Principi Etruschi
del periodo di massimo splendore di questa civiltà,
detto “Orientalizzante” e compreso tra il VII e il
VI sec. a C..
In Etruria, in questo
arco di tempo, emersero le aristocrazie locali, i cui capi,
detti Principes,
detennero il controllo del territorio e delle risorse. Furono
proprietari terrieri, capi militari e politici, forse anche religiosi.
Accumularono enormi ricchezze con il commercio dei metalli e dei
minerali, di cui la
Costa e l’Isola D’Elba abbondavano, ottenendone in
cambio raffinati prodotti artigianali delle civiltà del
Mediterraneo e del vicino Oriente: veri e propri tesori, simboli
di potere
e di prestigio
in vita come in morte.
I materiali in mostra provengono da cinque
aree della Maremma: Populonia, Vetulonia, Marsiliana
d’Albegna,
PoggioBuco-Pitigliano e Roselle.
Populonia e Vetulonia
rappresentarono lo stile di vita dei “signori
di città”, un’aristocrazia definibile “urbana”,
mentre i “signori di campagna” di
Marsiliana d’Albegna e Poggio Buco-Pitigliano, furono colonie
di una delle più grandi
città dell’Etruria Meridionale, Vulci.
Tra i materiali della mostra
più legati al commercio del ferro vi sono quelli provenienti
da Populonia, viene riunito nell'esposizione il corredo della
TOMBA
DEI FLABELLI
con ventagli, due
armature, con elmi e schinieri, oggetti di ornamento
personale e da toeletta femminili, un
servito di bronzo per il banchetto e il simposio.
Flabello bronzeo decorato a sbalzo, da Populonia, necropoli di Porcareccia,
tomba dei Flabelli, terzo quarto del VII sec. a.C., conservato al Museo
Archeologico Nazionale di Firenze
Da Vetulonia è esposto il corredo della TOMBA DEL DUCE
(duce = dux, in latino condottiero) appartenuto all’unico principe
etrusco di età orientalizzante
di cui si conosce il nome, RACHU KAKANAS, la cosiddetta arca
d’argento, un’urna
cineraria rivestita di lamina d’argento,
decorata a sbalzo e a incisione; inoltre manufatti di botteghe
locali o importati, sia per l’ornamento personale
(fibule in oro ed argento per mantelli, bracciali, lamine per
decorare le tuniche) che per il banchetto (brocche in argento
di Cipro o della Siria,
tripodi (bacili) per l’acqua con gambe ornate a occhiello,
prodotti a Vetulonia ed esportati in tutto il Mediterraneo).
Alla foce del fiume Albegna, fiorì nel VII sec. a C. il
centro di Marsiliana, di cui viene presentata in mostra una selezione
di oreficerie
e oggetti in avorio provenienti dalle tombe a circolo, recuperati
nei terreni del principe Corsini agli inizi del Novecento. Tra
gli oggetti proposti,
la bellissima fibula Corsini in argento fuso, oro laminato e
polvere d’oro
con decorazione a paperelle ed elementi a sfera; il pettine in
avorio con animali fantastici e la tavoletta scrittoria,
con il più antico
alfabeto etrusco, entrambi provenienti dalla tomba a circolo
degli Avori. Esposta anche una piccola
e misteriosa dea in avorio, ricoperta di foglia d’oro,
raffigurante una figura femminile nuda e dalla lunga treccia,
che con una mano si stringe il seno e con l’altra
ne raccoglie il latte, probabilmente legata a riti di fertilità.
Dalle tombe principesche di PoggioBuco e Pitigliano arrivano
corredi per lo più in ceramica (un materiale più povero
rispetto a quelli metallici delle tombe della costa) di produzione
locale. Vasellame
per il banchetto, anche di notevoli dimensioni, come il bellissimo
kantharos (coppa per bere) con anse annodate. Manufatti singolari
nelle forme, nelle decorazioni e nel materiale, (il kyathos, attingitoio
per vino, con ansa a figura umana porta dipinta una delle più antiche
rappresentazioni dell’uomo nella nostra cultura classica,
il coperchio di dolio ha due figure umane a cavallo rappresentate
nei gesti del cordoglio).
Da Roselle alcuni
oggetti provenienti dalla cosiddetta CASA DEL RECINTO, ritrovata al
di sotto del Foro Augusteo.
Per gli studiosi si tratta di un santuario, lì sono state
rinvenute importanti iscrizioni di dono e di dedica alle divinità,
testimonianze del rapporto fra i principi e gli dèi. Tra gli
oggetti in mostra: il frammento di bocca di dolio, con una delle i
più importanti iscrizioni
mai ritrovate in Etruria, in cui l’oggetto parla in prima
persona e dice: “Io sono stato donato da Venel Rapales
a Laivena” (mini
muluvanite venel rapales laivena).
SIGNORI DI MAREMMA - Elites etrusche
fra Populonia e il Vulcente
al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma dal 14 giugno al
31 ottobre 2009 - Orari: dal Martedì alla Domenica 10/13.00 – 17.00
/20.00
Lunedì chiuso.