Musei -
Uffizi - Mostre temporanee
Programma delle mostre
2019 delle Gallerie degli Uffizi
Pietro Aretino e l’arte del Rinascimento
a cura di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Paolo Procaccioli
Gli Uffizi, Aula Magliabechiana
26 novembre 2019- 1 marzo 2020
Un centinaio tra dipinti, sculture, oggetti di arte applicata, arazzi,
miniature e libri a stampa, ricostruiscono il mondo di un grande intellettuale
del Cinquecento,
Pietro Aretino (1492-1556). Il suo ritratto alla Galleria Palatina è uno
dei capolavori di Tiziano, noto per le effigi di Papi e Imperatori.
Pietro Aretino
visse e alimentò con i suoi scritti un momento fondamentale
per la storia e per l’arte italiana: quello che vide l’affermazione
di Michelangelo e Raffaello a Roma e la diffusione in tutta Europa della cultura
maturata nei primi tre decenni del Cinquecento nello sfarzo della corte di Giulio
II, Leone X e Clemente VII. Aretino visse, in una parola, nel pieno della “Maniera
Moderna”, secondo la definizione di Giorgio Vasari nelle sue Vite degli
artisti, pubblicate nel 1550 e nel 1568. La mostra è scandita in cinque
sezioni che illustrano i principali momenti della vicenda di Pietro e l’avvicendarsi
di scenari che vanno dagli esordi tra Arezzo e Perugia all’approdo alla
corte pontificia Roma, fino al trasferimento nel nord Italia, a Mantova prima
e a Venezia poi.
Plasmato dal fuoco.
La scultura in bronzo nella Firenze degli ultimi Medici
a cura di Eike D. Schmidt, Sandro Bellesi e Riccardo Gennaioli
Palazzo Pitti, Tesoro dei Granduchi
18 settembre
2019 – 12 gennaio
2020
Attraverso una scelta mirata di opere la mostra intende offrire un quadro completo
dell’arte della scultura in bronzo nel capoluogo toscano, soprattutto al
tempo degli ultimi granduchi di casa Medici. Partendo da una selezione di opere
significative del Giambologna, della sua scuola e dei maestri più importanti
nella lavorazione metallica del primo Seicento, la scelta delle opere si concentra
sulle commissioni nate, essenzialmente, per diretto impulso della corte fiorentina
o comunque ad essa legate. Particolare risalto sarà dato alle figure di
Giovan Battista Foggini e Massimiliano Soldani Benzi, protagonisti di un profondo
rinnovamento della scultura toscana, diventata a tutti gli effetti una delle
scuole scultoree europee più rinomate del tempo. Da loro partirà la
rinascita della scultura in bronzo a Firenze tra la fine del Seicento e l’inizio
del Settecento, cui tutta l’Europa guarderà, grazie alle strepitose
creazioni di artefici fiorentini come Giuseppe Piamontini, Giovacchino Fortini,
Antonio Montauti, Agostino Cornacchini, Lorenzo Merlini, Girolamo Ticciati,
Giovan Camillo Cateni e Pietro Cipriani.
I Cieli in una stanza.
Soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento
a cura di Claudia Conforti, Maria Grazia D’Amelio, Francesca Funis, Lorenzo
Grieco - 30 agosto - 1 dicembre 2019
Gli Uffizi, Sala Detti e Sala del Camino
La mostra illustra i soffitti lignei a cassettoni, chiamati “cieli” nel
Rinascimento. Elementi costruttivi e ornamentali dello spazio interno, i soffitti
sono un compendio di tecnica, di arte e di rappresentazione simbolica, che attualizza
la cultura antica, nella rifondazione che tra Quattro e Cinquecento interessa
chiese e palazzi a Firenze e a Roma. Saranno esposti disegni in gran parte provenienti
dalla raccolta degli Uffizi, che illustrano prototipi antichi, dalla Domus Aurea
al tempio di Bacco a Roma; progetti dei Sangallo, di Vasari e bottega, di Michelangelo,
di Zucchi, di Maderno e altri; le monumentali capriate portanti. Arricchiranno
la mostra dipinti, incisioni, modelli e autentici lacunari rinascimentali. Dispositivi
interattivi mostreranno soffitti lignei di Roma e Firenze, scelti tra i più belli
e importanti.
Tutti i colori dell’Italia ebraica
Tessuti preziosi e stoffe dall’antica Gerusalemme al prêt-à-porter
moderno
a cura di Dora Liscia Bemporad e Olga Melasecchi
Gli Uffizi, Aula Magliabechiana - 27 giugno - 27 ottobre 2019
La mostra si divide in diversi capitoli che affrontano i vari aspetti
del rapporto tra il mondo ebraico e i tessuti, sia per uso religioso
che profano
fino alla moda e all’imprenditoria del Novecento. Il concetto che
la guida ha un respiro sociale e culturale vastissimo, in cui l’arte
e la storia sono simbolicamente e concretamente intrecciate nelle trame
dei manufatti. Questo trionfo di stoffe sarà esposto in un percorso
articolato in otto sezioni, a partire dai tempi del sommo sacerdote Aronne
per arrivare fino alla moda del Novecento e dell’imprenditoria tessile
moderna, passando da temi quali il ruolo della scrittura come motivo decorativo,
l’utilizzo dei tessuti per gli addobbi delle sinagoghe, il ricamo
come lavoro segreto e il ruolo della donna. Si tratta inoltre del tessuto
come forma di affermazione sociale degli strati più abbienti delle
comunità ebraiche,
che non esitarono ad apporre stemmi negli arredi per le sinagoghe, i legami
commerciali e familiari con i paesi del Mediterraneo e le conseguenti
contaminazioni nello stile dei manufatti. Una
sezione verrà dedicata all’emancipazione degli ebrei nell’Ottocento
e al loro ruolo sia di artisti che di collezionisti eccelsi di tessuti,
responsabili in ultima analisi del fiorire degli studi in quel campo
fino allora trascurato.
Costruire un capolavoro: la Colonna Traiana
a cura di Giovanni De Pasquale e Fabrizio Paolucci
Giardino di Boboli, Limonaia - 18 giugno - 6 ottobre 2019
Concepita per celebrare le vittorie militari in Dacia dell’imperatore
Traiano, la Colonna è anche un monumento alla sapienza tecnologica
e costruttiva del mondo romano. L’esposizione permetterà di
ripercorrere il viaggio dei colossali blocchi marmorei che compongono l’opera:
dalle cave di Luni, a 800 metri di altitudine, furono trasportati fino
al Portus Romae percorrendo 200 miglia marine, e poi fino alla
capitale risalendo il Tevere. L’innalzamento del monumento dovette fare i
conti con notevoli pesi: dalle 20-30 tonnellate per ognuno dei diciassette
rocchi, fino alle circa 40 del capitello sommitale. La Colonna fu
inaugurata il 12 maggio del 113 d.C. all’interno del Foro di Traiano,
e la grande fortuna di cui godette ispirò artisti e architetti
fino al XIX secolo. In mostra saranno presenti decine di opere provenienti
dai
principali musei archeologici italiani, oltre a modelli in scala e a
grandezza naturale realizzati appositamente che illustreranno le complesse
procedure
del trasporto dei blocchi e le diverse fasi del cantiere della colonna.
MOSTRA SORPRESA IN OCCASIONE DI PITTI UOMO
Palazzo Pitti, Museo della Moda e del Costume
11 giugno - 29 settembre 2019
Omaggio a Cosimo I
Tre iniziative
in luoghi simbolo delle Gallerie degli Uffizi sono state organizzate per celebrare
i cinquecento anni dalla nascita di Cosimo I de’ Medici,
il primo Granduca di Firenze
Omaggio a Cosimo I
I cento Lanzi del Principe
a cura di Maurizio Arfaioli, Alessio Assonitis, Pasquale Focarile
Gli Uffizi, Sale di Levante - 6 giugno - 29 settembre
La storica guardia medicea, i Lanzi, sono l’oggetto della mostra che gli
Uffizi organizzano in collaborazione con il Medici Archive Project. Si tratta
di una ricostruzione della vicenda plurisecolare di questa milizia, in un percorso
espositivo che parte dalle origini, con Cosimo I, e arriva fino all’estinzione
dei Medici nel Settecento. Una rassegna di dipinti, incisioni, disegni, armi,
armature, addirittura suoni, racconteranno la storia dei Lanzi sotto vari aspetti – sociali,
culturali, militari – e il loro impatto sulla vita cittadina. Il compito
principale della guardia fu difendere la persona del sovrano e i suoi più stretti
congiunti, pertanto le figure dei Lanzi sono presenze immancabili nelle raffigurazioni
degli eventi legati al sovrano, ed anzi segnalano la presenza della corte nello
spazio figurato, attraverso la loro arma iconica: l’alabarda. Grazie all’abbondanza
di opere e documenti figurativi a disposizione, in mostra viene raccontata e
rievocata la vita di un corpo soldatesco che ha inciso perfino sulla denominazione
di uno dei monumenti più importanti di Firenze, La Loggia dei Lanzi
in Piazza Signoria.
Omaggio a Cosimo I
Una biografia tessuta.
Gli arazzi in onore di Cosimo I
a cura di Alessandra Griffo e Lucia Meoni -
6 giugno - 29 settembre 2019
Palazzo Pitti, Sala Bianca e Sala delle Nicchie
I momenti salienti del governo del primo Granduca Medici sono raccontati
nella serie di otto arazzi, prodotti in due serie nell’arazzeria
medicea sotto la direzione di Pietro Févère, capo arazziere
della manifattura granducale. Le Storie di Cosimo I partono dalla sua salita
al potere nel 1537, e continuano con il rinnovamento di Pisa; la conquista
di Siena; l’ampliamento di Palazzo Vecchio e la costruzione degli
Uffizi; il viaggio a Roma nell’ottobre 1560 per trattare con Papa
Pio IV anche del titolo di granduca che riceverà nel 1569; la fondazione
dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano; l’aiuto in denaro
portato al re di Francia Carlo IX, figlio di Caterina de’ Medici,
per combattere gli eretici; il conferimento della corona di Toscana a Giovanna
d’Austria quando diventa sposa dell’erede di Cosimo I, il futuro
granduca Francesco I, rinsaldando l’alleanza politica tra i Medici
e gli Asburgo.
La scelta degli episodi si deve probabilmente al letterato
Francesco Rondinelli, autore anche del programma iconografico per le decorazioni
di Pietro da Cortona e Ciro Ferri nelle sale dei Pianeti al piano nobile
di Palazzo Pitti. La serie di arazzi, vera e propria “biografia tessuta”,
era destinata alla Sala di Saturno, cuore del potere del sovrano, consacrata
alle Udienze Segrete del granduca Ferdinando II, che con questa commissione
legittimava e nobilitava il proprio governo, rendendo omaggio al suo predecessore.
Omaggio
a Cosimo I
Il villano e la sua botticella.
Divertimenti nel nuovo giardino
a cura di Alessandra Griffo - 6 giugno - 29 settembre 2019
Palazzo Pitti, Sala delle Nicchie
Acquistato dalla consorte di Cosimo, Eleonora di Toledo, nel 1550, Palazzo
Pitti divenne nel tempo la nuova residenza dei granduchi, da subito dotata
di un ampio giardino, impostosi presto come modello da imitare per le
regge di tutta Europa. Probabilmente la prima scultura realizzata per
Boboli
fu il Villano con la Botticella, scolpita entro il 1557 da Giovanni
di Paolo Fancelli su disegno del maestro Baccio Bandinelli, e capostipite
di una fortunata tradizione di statue di soggetto popolare che tutt’ora
animano i percorsi all’aperto nel verde. Il restauro completato
di recente vuole rendere omaggio alla coppia ducale e offrire una spunto
di
visita a questi luoghi cosimiani.
Tony Cragg
a cura di Eike Schmidt e Jon Wood - 7 maggio - 13 ottobre 2019
Giardino di Boboli
Continuano le mostre di scultura contemporanea al Giardino di Boboli,
stavolta con uno dei massimi nomi in campo internazionale, Tony Cragg (Liverpool,
1949). Il suo lavoro si ispira ai fenomeni generativi della materia,
con risultati di un virtuosismo quasi tardo barocco dalla forte componente
tattile. L’artista ne emerge come una delle figure più aperte alla sperimentazione
delle possibilità tecniche e formali delle arti plastiche. Dal 1977 vive
e lavora in Germania, a Wuppertal, dove ha anche fondato il Waldfrieden Sculpture
Park, un rinomato centro di scultura contemporanea in dialogo con la natura.
Il Giardino di Boboli diventa pertanto una tappa fondamentale di questo impegno
creativo che indaga il rapporto dell’opera d’arte con lo spazio pubblico,
tema che ha catalizzato l’attenzione dell’artista negli ultimi
anni (cinque sue sculture monumentali sono installate lungo la Park Avenue
di New
York come parte del NYC Parks Art in the Parks Program). E con il
Giardino, il paesaggio e l’elemento naturale:
infatti se da una parte elementi del Minimalismo, ricordi del dinamismo futurista,
estetica della macchina sono alcuni dei più evidenti riferimenti dell'artista,
dall’altra il risultato è intensamente organico, un inno alla
materia-Natura e alla sua inesausta forza vitale.
Lessico femminile.
Le donne tra impegno e talento 1861-1926
a cura di Simonella Condemi - 7 marzo - 26 maggio 2019
Palazzo Pitti, Galleria d'arte moderna, Sala del Fiorino
L’arco temporale considerato per la mostra prende avvio dall’ Unità Nazionale,
che coincide con l’ iscrizione di alcune lavoratrici alla Fratellanza
Artigiana (1861), e si conclude con il 1926, con il
Premio Nobel a Grazia Deledda; prima donna italiana a ricevere l’onorificenza,
la scrittrice divenne simbolo e riscatto per le sue connazionali.
Le opere esposte documentano la varietà dei talenti che hanno
reso le donne interpreti della storia e del sapere, in settori diversi
che vanno
da quello più umile del lavoro dei campi fino a quello artistico-artigianale,
letterario oppure scientifico. Ne emerge un caleidoscopio interessante,
suggestivo e ancora poco conosciuto che cerca di delineare l’ importanza
dell’impegno femminile nei vari ambiti del lavoro, dove l’inserimento
delle donne sarà sempre più incisivo grazie alla passione
delle protagoniste, che pur non rinunciando al loro ruolo familiare trovano
uno spazio personale per realizzarsi. Un percorso artistico e al contempo
una riflessione storica che si integreranno in un approfondito itinerario
nella Galleria d’Arte Moderna.
Antony Gormley. Essere
a cura di Eike Schmidt e Max Seidel
Gli Uffizi, Aula Magliabechiana - 26 febbraio -
26
maggio 2019
Nella nuova sala Magliabechiana saranno esposte dodici opere di
Antony Gormley, realizzate in diversi materiali e dimensioni, che esplorano
il corpo nello spazio e il corpo come spazio. Altre due sculture saranno collocate
negli ambienti della collezione storica, mentre una terza sarà installata
sulla terrazza degli Uffizi, sopra la Loggia dei Lanzi. Molti di questi lavori
sono stati realizzati per l’occasione e sono frutto di un lungo processo
creativo: tra essi Veer II (2018), (un’evocazione tridimensionale
in ghisa
di un sistema nervoso al centro del corpo, a grandezza naturale) e Breathe (2018),
(un’opera espansiva di grandi dimensioni ricoperta di piombo, che applica
i principi cosmici del Big Bang alla singolarità di un corpo soggettivo).
Si è infine voluto cercare un ulteriore rapporto con la collezione storica
degli Uffizi attraverso una sala dedicata al dialogo tra l'Ermafrodito dormiente,
copia romana di età imperiale da un originale ellenistico del II secolo
a.C. poggiante su un basamento, e il blocco Settlement (2005) che abbraccia invece
il pavimento.
Il Carro d'oro di Johann Paul Schor.
L’effimero splendore dei carnevali barocchi
cura di Alessandra Griffo e Maria Matilde Simari
Palazzo Pitti, Galleria Palatina, Sala delle Nicchie
20 febbraio - 5 maggio 2019
In età barocca la festa era fantasia e magnificenza: enormi carri trionfali,
maschere e allegorie, scenografie strepitose, sorprese a non finire. Tutto questo
si incontra nella mostra, che ha come punto focale l’immagine della sfarzosa
mascherata del principe Giovanni Battista Borghese per il carnevale romano del
1664. Il favoloso evento fu immortalato da Giovanni Paolo Schor, collaboratore
di Pietro da Cortona e Gian Lorenzo Bernini, in un grande dipinto acquistato
nel 2017 dalle Gallerie degli Uffizi per il futuro Museo delle Carrozze a Palazzo
Pitti. L’opera verrà esposta insieme alla spettacolare Giostra
dei
Caroselli di Filippo Gagliardi e Filippo Lauri, eccezionalmente prestata
dal Museo di Roma a Palazzo Braschi. In una suggestiva ambientazione notturna,
alla
luce di centinaia di fiaccole, il favoloso evento allestito in onore dell’ingresso
trionfale nell’Urbe della regina Cristina di Svezia, fu animato da carri
trionfali e personaggi mascherati, con pennacchi come esplosioni colorate.
In mostra saranno esposti anche disegni, oggetti e incisioni (inclusa una selezione
dei Balli di Sfessania di Jacques Callot), per rivivere la magia, gli effimeri
strepitosi, le esagerazioni e i costumi dei carnevali e delle feste nel Seicento.
Kiki Smith. What I saw on the road
a cura di Eike Schmidt e Renata Pintus - 14
febbraio – 2
giugno 2019
Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna, Andito degli Angiolini
Mostra personale che le Gallerie degli Uffizi dedicano
a Kiki Smith (Norimberga, 1954), una delle protagoniste dell’arte contemporanea,
femminista militante, presente con la sua opera nelle più prestigiose
istituzioni internazionali (dal MoMA di New York al Museum of Modern Art di San
Francisco, dalla Haus Esters Museum di Krefeld alla Fundació Joan Miró di
Barcelona) e vincitrice per acclamazione della 51ª Biennale di Venezia del 2005
con l’installazione Homespun Tales. Kiki Smith coniuga le tecniche
tradizionali (la fusione, la terracotta, l'arazzo,
l'incisione) con la più sofisticata tecnologia digitale. I suoi temi
attingono alle fonti visive del Medioevo cristiano, della protoscienza sette-ottocentesca
e di parte del surrealismo, con risultati capaci di rappresentare ancora le ossessioni,
le lacerazioni, le contraddizioni dell'umanità di oggi.
Tema centrale della sua arte è stata
fino a tutti gli anni '90 la corporeità, in particolare del corpo femminile,
descritto in
tutta la sua fragilità ma anche in modo eroico capace di riscatto
e
ribellione.
Più di recente la riflessione dell’artista considera l’intero
rapporto tra uomo, natura e cosmo: le immagini emerse hanno assunto
i
toni di una grazia pacificatrice,
una proposta, una soluzione, un antidoto in tempi di odio e brutalità.
Tutto questo si percepisce in alcuni dei 12 arazzi
jaquard
nella
mostra, ai quali – nelle sei sale del percorso espositivo - si affianchernno
una selezione di sculture.
Animalia Fashion
a cura di Patricia Lurati - 8 gennaio – 5
maggio 2019
Palazzo Pitti, Museo della Moda e del Costume
La Moda (e non solo l’Arte) come “scimmia della Natura”.
La Moda come favoloso teatro e scoperta delle meraviglie del mondo animale
che per gli stilisti diventa fonte di ispirazione o che crea accostamenti
inaspettati nell’immaginazione dell’osservatore. La Moda
intesa anche come espressione artistica del nostro stupore per le bellezze
dell'universo.
Nella mostra, concepita come un fantastico, iperbolico museo di storia
naturale, abiti, accessori e gioielli diventano un’esperienza, un
viaggio nella storia della scienza zoologica, ma soprattutto una scoperta
di forme e colori che di volta in volta evocano insetti, pesci, uccelli,
conchiglie, animali comuni e rari. Lo stile contemporaneo – vengono
esposti esempi dal 2000 al 2018 – esprime il suo straordinario
potere creativo grazie anche ad abbinamenti inaspettati, nelle sale del
Museo,
con veri animali
impagliati, con farfalle e altri insetti custoditi in teche, ma anche
con disegni tratti da antichi bestiari e pagine da tacuina sanitatis medievali.
